Quali Regioni rischiano di cambiare colore con il monitoraggio di oggi e perché
Da lunedì 17 maggio quasi tutta Italia potrebbe essere in zona gialla, con l'eccezione di un'unica Regione, la Valle d'Aosta, che dovrebbe rimanere in zona arancione. Bisognerà prima aspettare i dati del nuovo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, attesi per oggi, ai quali seguirà l'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. Intanto le Regioni spingono per rivedere il meccanismo utilizzato fino a questo momento nella classificazione dei livelli di rischio e insistono per superare l'indice Rt: non è ancora stata presa una decisione in merito, ma se la richiesta dovesse essere accolta, cambierebbe sicuramente le modalità con cui viene assegnato il colore alle Regioni.
Al momento, però, le cose rimangono così come sono: secondo i nuovi dati in arrivo oggi dovremmo avere un Paese sempre più giallo, con una sola Regione in zona arancione. Si tratta della Valle d'Aosta, che deve attendere il monitoraggio del prossimo 21 maggio per poter scalare alla fascia con meno restrizioni. Ad oggi nessuna Regione si trova in zona rossa e questo dovrebbe essere confermato anche per la prossima settimana. Le altre due Regioni attualmente in area arancione insieme alla Valle d'Aosta, Sicilia e Sardegna, dovrebbero invece tornare in zona gialla.
Nei giorni scorsi per alcune Regioni era sorto il dubbio che potessero finire in zona arancione. Si trattava di quelle più popolose come Campania, Lombardia e Veneto. Ma dai governatori è poi arrivata la rassicurazione: "Non c'è rischio di passare in zona arancione, i dati sono buoni", ha chiarito il presidente del Veneto, Luca Zaia. In Campania i nuovi casi continuano ad essere elevati: tuttavia, anche se l'indice Rt dovesse risalire e passare oltre quota 1 comunque la Regione non dovrebbe passare in zona arancione. L'incidenza sta piano piano diminuendo e la situazione negli ospedali è sotto le soglie di allarme. Pure in Lombardia, nonostante l'indice Rt sia anche qui in risalita, i parametri non sarebbero tali da spedire automaticamente la Regione in zona arancione. L'incidenza ogni 100 mila abitanti è infatti molto distante dalla soglia di rischio elevato di 250 casi e comunque la pressione sugli ospedali è in calo.