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Covid 19

Quali Regioni rischiano ancora la zona rossa: i dati su ricoveri e terapie intensive di Agenas

Quali sono le Regioni che sono a rischio zona rossa nei prossimi giorni secondo i dati Agenas su occupazioni posti letto in area medica e terapia intensiva aggiornati a ieri, sabato 29 gennaio: occhi puntati su Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia anche se a livello nazionale la curva scende.
A cura di Ida Artiaco
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Non solo la curva dei contagi Covid-19 in Italia sta mostrando una inversione di tendenza. Scende infatti anche l'occupazione delle terapie intensive dei malati Covid in 11 Regioni e il valore meglio nazionale passa al 16% con la riduzione di un punto percentuale. Stabili invece i reparti non critici, fermi al 30% secondo i dati Agenas aggiornati a ieri, sabato 29 gennaio. Come sappiamo, proprio le percentuali relative alle ospedalizzazioni sono uno dei parametri da cui dipende al momento il cambio di colore delle Regioni: il passaggio in zona gialla avviene quando si superano rispettivamente 10% e 15% di ricoveri in terapia intensiva e in area medica, in zona arancione 20% e 30%, in zona rossa 30% e 40%. Ma il sistema potrebbe cambiare a breve.

La mappa dei colori delle Regioni italiane

Domani, lunedì 31 gennaio, intanto non ci saranno cambiamenti: 12 restano regioni in zona gialla (Lombardia, province autonome di Trento e Bolzano, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Lazio, Puglia, Campania, Sardegna e Calabria), 5 in arancione (Valle d'Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Sicilia) e solo 3 in zona bianca, cioè Umbria, Molise e Basilicata. Ma non è escluso che le cose possano cambiare nei prossimi giorni. Ecco, allora, quali Regioni sono ancora a rischio zona rossa secondo gli ultimi dati Agenas.

Ricoveri e terapie intensive, i dati Agenas Regione per Regione

Vediamo quali sono i dati su terapie intensive e ricoveri in area medica Regione per Regione secondo il portale Agenas, aggiornato a sabato sera:

Abruzzo: 20% TI e 31% area medica;

Basilicata: 6% TI e 27% area medica;

Calabria: 16% TI e 36% area medica;

Campania: 11% TI e 31% area medica;

Emilia Romagna: 16% TI e 29% area medica;

Friuli Venezia Giulia: 24% TI e 37% area medica;

Lazio: 22% TI e 33% area medica;

Liguria: 17% TI e 38% area medica;

Lombardia: 14% TI e 29% area medica;

Marche: 24% TI e 30% area medica;

Molise: 8% TI e 23% area medica;

Bolzano: 11% TI e 21% area medica;

Trento: 27% TI e 27% area medica;

Piemonte: 19% TI e 31% area medica;

Puglia: 12% TI e 25% area medica;

Sardegna: 17% TI e 23% area medica;

Sicilia: 17% TI e 39% area medica;

Toscana: 19% TI e 27% area medica;

Umbria: 9% TI e 30% area medica;

Valle d’Aosta: 21% TI e 45% area medica;

Veneto: 16% TI e 25% area medica.

Come si vede, in miglioramento nelle intensive ci sono Abruzzo (-2% ora al 20% di occupazione), Basilicata  (-2% ora al 6%), Campania (-1% ora 11%), Emilia Romagna (-1 16%), Liguria (-1%, 17%), Bolzano (-1% 11%), Trento (-1%  27%), Piemonte (-2% 19%), Puglia (-1% ora 12%). Toscana -1%, ora 19% e Veneto -1% ora 16%). Salgono Calabria (+1 16%),Fvg (+2% 24%), Marche (+2, 24%), Valle d'Aosta (+3% 21%) e Umbria (+2% 9%). Tuttavia, nessuna ha numeri che possano spingere verso la zona rossa al momento. L'unica da tenere sotto osservazione è la Valle d'Aosta insieme al Friuli Venezia Giulia, oltre alla Sicilia per quanto riguarda la saturazione dei reparti ordinari.

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