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Quali Regioni potrebbero passare in zona bianca e quando potrebbero riaprire (quasi) tutto

Per passare in zona bianca le Regioni devono avere un’incidenza settimanale inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane di fila: sulla base degli ultimi dati i territori che scendono al di sotto di questa soglia e si avvicinano alla fascia con meno restrizioni sono Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Ma anche altre Regioni non sono lontane da questo obiettivo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Con quasi tutta l’Italia in zona gialla, molte Regioni ambiscono a un ulteriore passaggio, quello verso la zona bianca. Che vuol dire tantissime restrizioni in meno, con le uniche regole da rispettare che restano quelle sul distanziamento sociale, sul divieto di assembramenti e sull’utilizzo delle mascherine. Le Regioni, comunque, possono indicare ulteriori restrizioni una volta entrate in zona bianca, facendo comunque rispettare tutti i protocolli. Ma l’eventuale zona bianca porterebbe alla riapertura di bar, ristoranti al chiuso, palestre, centri commerciali nel weekend e anche uno slittamento o l’abolizione del coprifuoco. Attualmente per entrare in zona bianca devono essere rispettati requisiti molto stringenti: le Regioni devono avere un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane di seguito, e devono anche avere uno scenario di tipo 1 e un livello di rischio basso. Motivi per cui è ancora presto per raggiungere la zona bianca per tutti i territori. Anche se qualcuno inizia ad avvicinarsi alla zona bianca, ottenendo per la prima volta un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti.

Zona bianca, possibile una revisione dei parametri

Le regole attuali per il passaggio in zona bianca sono stringenti, motivo per cui le Regioni chiedono una revisione dei parametri. La proposta è quella di far passare in zona bianca tutti i territori sotto i 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti, senza la necessità delle tre settimane di seguito. Gli altri automatismi – che però non è detto che il Governo accetti – sono: zona gialla tra 50 e 149 casi ogni 100mila abitanti, arancione tra 150 e 249 e rossa sopra i 250 (come già avviene). Questo criterio, comunque, andrà insieme – se la richiesta delle Regioni fosse accolta – all’occupazione dei posti letto in ospedale e delle terapie intensive. In più l’incidenza dovrebbe tenere conto anche del numero di tamponi al giorno da effettuare, per evitare che i dati siano in parte ‘falsati’.

Quali Regioni sono più vicine alla zona bianca

Sulla base dei dati sull’incidenza dell’ultima settimana, aggiornati al 13 maggio, sotto alla soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti ci sono al momento tre Regioni: Friuli-Venezia Giulia (44), Molise (41) e Sardegna (41) che in zona bianca – unica in Italia – c'era già stata. Le altre Regioni con dati vicini alla soglia sono: Abruzzo (62), Liguria (62), Trento (71), Umbria (75), Veneto (68). Questi dati vedrebbero vicine alla zona bianca Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna, potenzialmente già tra due settimane. C’è però l’incognita relativa ai tamponi effettuati: considerando che la media nazionale è di 3.212 tamponi ogni sette giorni su 100mila abitanti, tra le Regioni vicine alla zona bianca questo dato non viene neanche avvicinato da Molise (1.293) e Sardegna (1.828), il che potrebbe penalizzarle. Diverso il discorso per il Friuli-Venezia Giulia, dove viene superata la media, così come avviene anche in alcuni dei territori con incidenza vicina ai 50 casi, come per esempio Umbria e Veneto.

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