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Quali Regioni potrebbero cambiare colore: verso un’Italia più gialla, ma ancora con tanto arancione

Il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità potrebbe comportare un cambio di colore per molte Regioni italiane. In particolare più di qualcuna potrebbe passare dall’arancione al giallo, anche se resta l’incognita sull’applicazione dei criteri per il passaggio in una fascia migliore. Vediamo quali territori potrebbero cambiare colore da domenica.
A cura di Stefano Rizzuti
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Come di consueto venerdì verrà pubblicato il nuovo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità sulla situazione epidemiologica nelle singole Regioni italiane. Seguito dall’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che permetterà ad alcuni territori di entrare in una diversa fascia di rischio. In questo momento gran parte dell’Italia è in zona arancione, ma già da questa domenica molte Regioni potrebbero passare in zona gialla. Non ci dovrebbero essere novità, invece, per le zone rosse. La Lombardia dovrebbe restare arancione per un’altra settimana, così come rischiano di non passare in fascia gialla Lazio e Piemonte. Più possibilità, invece, per Veneto, Emilia-Romagna e Calabria, anche se non c’è ancora alcuna certezza.

Zona arancione: chi può passare in giallo e chi no

Con l’ordinanza del 15 gennaio sono entrate in zona arancione Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. In rossa è entrata la Lombardia (poi rettificata ad arancione), insieme a Sicilia e provincia autonoma di Bolzano. Tra queste Regioni quella che sembra più vicina alla zona gialla è la Liguria. Anche i dati del Veneto sono in miglioramento (era entrata prima in zona arancione). Possibile zona gialla anche per Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Calabria. In bilico sembrano esserci Lazio e Marche, oltre che il Piemonte.

Il Lazio, così come queste altre Regioni, è però in bilico anche per un altro motivo: l’ordinanza è in vigore dal 17 gennaio ed è in scadenza il 31 gennaio. Per cui la prima valutazione utile dovrebbe essere quella del 5 febbraio e non quella di domani. Stesso discorso che vale per la Lombardia e per tutte le Regioni indicate nell'ordinanza del 15 gennaio. Il principio previsto dal dpcm, in effetti, prevede la possibilità di scendere a una fascia inferiore dopo almeno 14 giorni con livello di rischio basso. La prassi, finora, ha previsto il conteggio dei 14 giorni a partire dalla prima certificazione del miglioramento, quindi una settimana in più. Non è ancora chiaro se attualmente servano 14 o 21 giorni per migliorare la propria fascia. Probabilmente sarà possibile saperlo solamente dopo la prossima ordinanza di Speranza.

In questa situazione ci sono molte Regioni che potrebbero passare in giallo, a partire proprio da Lazio, Liguria e Piemonte. Diverso il discorso per Puglia e Umbria: sicuramente resteranno in arancione, avendo avuto dati negativi e un rischio alto la scorsa settimana. Dovrebbe restare in arancione anche la Sardegna. Lo stesso principio dei 14 o 21 giorni dovrebbe essere valido per la situazione di Sicilia e Bolzano: sono entrambe zona rossa e lo saranno presto da 14 giorni, ma non è chiaro se servano due o tre settimane. Per Bolzano, inoltre, la situazione non sembra così favorevole, tanto che si sta pensando a un ulteriore stretta.

Le Regioni in zona gialla

Attualmente in zona gialla ci sono Basilicata, Campania, Molise, Toscana e la provincia autonoma di Trento. Potrebbero rimanere tutte in zona gialla, anche se il rischio di un passaggio di fascia ad arancione viene segnalato per Molise e Trento, dove i dati registrati sembrano essere al limite. Alla zona gialla potrebbero aggiungersi Calabria, Emilia-Romagna e Veneto che in arancione ci stanno dall’8 gennaio. È invece presto per parlare di zona bianca. Nessuna Regione ha dati così positivi. Per entrare in zona bianca, infatti, è necessario avere per tre settimane consecutive un indice Rt inferiore a 1, un rischio basso e un’incidenza settimanale inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti. Per ora la più vicina – si fa per dire – è la Basilicata. Considerando che solo la scorsa settimana l’incidenza settimanale era superiore a quella limite, nella migliore delle ipotesi se ne parlerà tra quasi un mese. Per la zona bianca, di fatto, è ancora presto, ma c’è già una candidata in pole position.

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