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Covid 19

Quali Regioni avrebbero già i numeri per passare in zona gialla

Nelle prossime settimane potrebbe essere re-introdotta la zona gialla, finora sospesa fino al 30 aprile. In questo momento le Regioni che sembrano poter passare alla fascia di restrizioni minore sono poche: in pole position, stando ai dati di oggi, ci sono Veneto, Lazio, Bolzano e Molise. Andiamo a vedere i dati di chi spera nella zona gialla considerando tutti gli indicatori, comprese le vaccinazioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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In attesa di sapere quanto verranno ripristinate in Italia le zone gialle, con conseguenti riaperture, alcune Regioni scaldano i motori. I territori in pole position per un passaggio alla fascia di restrizioni meno stringenti sono vari. Sicuramente ha ottime possibilità di entrare in zona gialla, nelle prossime settimane (non se ne dovrebbe parlare prima di maggio) il Veneto, ma sperano anche Lazio, Molise e Bolzano. Territori che hanno già numeri in parte compatibili con la zona gialla. Fanno fatica sulle vaccinazioni Abruzzo e Umbria, che hanno però una situazione epidemiologica in miglioramento, mentre le Marche hanno dati generalmente positivi ma ancora un’eccessiva occupazione degli ospedali e delle terapie intensive. I dati sono in continua evoluzione, ma per l’ingresso in zona gialla i criteri da tenere in considerazione sono tanti: l’indice Rt, l’incidenza settimanale dei casi, l’occupazione dei posti letto in ospedale e anche le vaccinazioni alle categorie più fragili (ma qui non è ancora stato stabilito un criterio). Per entrare in zona gialla è necessario avere dati positivi per almeno due settimane consecutive dopo il passaggio alla zona arancione. Vediamo tutti i dati Regione per Regione per provare a capire chi può sperare nella zona gialla.

Zona gialla, quali Regioni hanno Rt sotto 1

Il primo indicatore da rispettare è quello dell’indice Rt, che deve essere sotto quota 1 per sperare nella zona gialla. Vedendo i dati dell’ultimo report settimanale, a poter sperare in questo passaggio sono: Abruzzo 0,89, Calabria 0,93, Emilia-Romagna 0,81, Friuli-Venezia Giulia 0,79, Lazio 0,9. Lombardia 0,85, Marche 0,86, Molise 0,81, Piemonte 0,9, Bolzano 0,91, Trento 0,6, Umbria 0,97 e Veneto 0,96. In tutte queste Regioni la classificazione complessiva di rischio è bassa o moderata, uniche eccezioni sono Lombardia e Trento, con classificazione “moderata ma ad alta probabilità di progressione”. Altro valore da considerare per queste Regioni è l’occupazione dei posti letto nei reparti Covid e in terapia intensiva. I valori soglia corrispondono al 30% dei posti letto occupati in terapia intensiva e al 40% nei reparti di area medica. Intorno ai valori soglia troviamo l’Abruzzo, mentre la Calabria ha superato il limite per i reparti di area medica. Valori nettamente al di sopra della soglia per Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, ma alti (anche se meno) pure nel Lazio. In Lombardia e Piemonte i valori sono altissimi e nettamente sopra la soglia, così come sono alti anche nelle Marche. In Molise preoccupano solo le terapie intensive, così come a Trento e in Umbria. A Bolzano i valori sono nettamente al di sotto delle due soglie, mentre in Veneto sono intorno ai valori massimi per le intensive e minori per l’area medica. Questi dati sulla pressione ospedaliera sembrano quindi escludere, in un primo momento, la zona gialla per Lombardia, Piemonte, Marche, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.

L’incidenza settimanale Regione per Regione

Nel report sono inclusi anche i dati relativi all’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti su base settimanale, con cifre aggiornate all’8 aprile. Il valore che fa scattare la zona rossa automatica è 250, quindi bisogna stare ben al di sotto di questa soglia per sperare nella zona gialla. Sembrano poterci sperare Abruzzo (127) e Calabria (138), ma non Emilia-Romagna (206), Friuli-Venezia Giulia (188) e Piemonte (238). Leggermente meglio il Lazio (173), le Marche (170) e la Lombardia (183). In discesa l’incidenza in Veneto (160 casi ogni 100mila abitanti) e dati ancora più positivi a Trento (136), Bolzano (130), Umbria (100) e Molise, che con soli 58 casi ogni 100mila abitanti sfiora la soglia dei 50, quella sotto cui il tracciamento è realizzabile. Sulla base di questi criteri restano favorite per la zona gialla Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Bolzano, Trento, Umbria e Veneto. Ma manca un ultimo criterio, quello delle vaccinazioni.

Come vanno le vaccinazioni nelle Regioni che sperano nel giallo

Per valutare la situazione delle vaccinazioni in Italia si può fare riferimento all’ultimo report di Palazzo Chigi, aggiornato al 10 aprile. Il primo dato è quello sugli over 80: in Italia il 68,2% di loro ha ricevuto la prima dose. Questi i dati delle somministrazioni agli over 80 nelle Regioni con Rt inferiore a 1: Trento 86%, Veneto 80%, Emilia-Romagna 80%, Marche 76%, Bolzano 75%, Lombardia 75%, Piemonte 73%, Molise 72%, Lazio 66,5%, Umbria 64% Friuli-Venezia Giulia 63%, Abruzzo 63% e Calabria 49%. Altra categoria da considerare è quella della fascia 70-79 anni, con la media nazionale al 19,89%. Considerando le stesse Regioni che possono aspirare alla zona gialla, i dati migliori sono quelli di Veneto (37%), Lazio (29,5%), Bolzano (29%), Trento ed Emilia-Romagna (28%). Seguono: Friuli-Venezia Giulia (22,5%), Molise (18%), Marche (14%), Abruzzo (13%), Calabria (10,5%), Lombardia e Umbria (6%). Considerando, quindi, anche i dati sulle vaccinazioni, i territori che più sembrano poter raggiungere la zona gialla sono sicuramente Veneto, Lazio, Bolzano e Trento. Anche se è necessario un miglioramento di alcuni indicatori per ognuna di loro. Sperano anche Molise e Abruzzo, mentre per le altre Regioni sembra necessaria un’attesa maggiore.

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