Qatargate, Giorgi fa il nome di Cozzolino ma lui smentisce: “Sono indignato, non c’entro nulla”
Spunta un altro nome nell'inchiesta Qatargate. È quello dell'eurodeputato italiano Andrea Cozzolino. Non sarebbe indagato dalla polizia belga, ma a menzionarlo sarebbe stato Francesco Giorgi, che ieri ha confessato agli inquirenti di far parte di un'organizzazione condizionata da Qatar e Marocco per interferire negli affari europei. Un giro da milioni di euro che sta letteralmente sconvolgendo il Parlamento europeo.
Secondo la stampa belga sarebbero circa 60 gli eurodeputati coinvolti. Giorgi, nel momento in cui è stato arrestato ricopriva l'incarico di assistente parlamentare per Cozzolino; in precedenza lo era stato anche per Antonio Panzeri, durante il suo mandato a Strasburgo, anche lui arrestato. Giorgi avrebbe fatto anche il nome di Marc Tarabella, un altro eurodeputato sotto la lente degli inquirenti. Cozzolino da parte sua si difende. "Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede", fa sapere l'europarlamentare in una nota.
E ancora: "Sono profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle istituzioni europee". Per ora non ci sarebbero indagini a suo carico, ma se quanto detto da Giorgi dovesse trovare conferma nelle indagini degli inquirenti, sarebbe il primo europarlamentare italiano, esponente dei socialisti e del Partito democratico, a risultare coinvolto.
Intanto il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul caso del Qatargate, sulla "sospetta corruzione e, più in generale, necessità di trasparenza e responsabilità nelle istituzioni europee". Un documento in cui l'Eurocamera si dice disponibile a collaborare con gli inquirenti per fare piena chiarezza. Il Parlamento Ue, si legge, esprime "sgomento e profonda preoccupazione per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione ad un'organizzazione criminale da parte di deputati, ex deputati e personale del Parlamento europeo in cambio di un'influenza sulle decisioni del Parlamento; sostiene la piena cooperazione del Parlamento con le indagini penali in corso; osserva con preoccupazione che i meccanismi interni di monitoraggio e di allerta delle istituzioni dell'Ue hanno drammaticamente fallito nell'individuare la corruzione in corso".
E, attaccando l'emirato per aver tentato di condizionare le istituzioni europee, l'Eurocamera "deplora vivamente il fatto che le decisioni sul Qatar adottate dalle commissioni e dalla Plenaria siano state probabilmente alterate da corruzione e indebite influenze, compresa la risoluzione del 24 novembre 2022 sulla situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo FIFA in Qatar; si rammarica del fatto che ciò abbia portato a una mancanza di ambizione nella difesa dei diritti umani delle migliaia di lavoratori migranti che sono morti nei cantieri e delle centinaia di migliaia di persone i cui diritti fondamentali sono calpestati in Qatar".
Gli eurodeputati nella risoluzione approvata chiedono quindi "l'istituzione di una commissione speciale incaricata di individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità e corruzione e di formulare proposte di riforma, basandosi sul lavoro della commissione per gli affari costituzionali e sulle migliori pratiche in altri parlamenti".
Anche il Partito democratico, intanto, si è mosso: "Il segretario Enrico Letta ha chiesto alla Commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico di riunirsi con la massima urgenza. Ciò al fine di assumere le determinazioni più opportune, a garanzia dell'onorabilità della comunità dei democratici e delle democratiche e a tutela degli stessi esponenti chiamati in causa, affinché siano più liberi di esporre le proprie ragioni e fornire i chiarimenti che saranno richiesti dalle autorità inquirenti. Il Partito Democratico conferma di essere parte lesa in questa vicenda e agirà conseguentemente in tutte le sedi giudiziarie", fanno sapere i dem.