Qatargate, Eva Kaili resterà in carcere per almeno un mese: negata la libertà vigilata
Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, resterà in carcere per almeno un mese. La donna, arrestata il 9 dicembre per il suo coinvolgimento nel cosiddetto Qatargate – lo scandalo politico che ha toccato il Parlamento europeo e Stati come Qatar e Marocco – si era presentata questa mattina ai giudici della procura federale del Belgio, e i suoi legali avevano chiesto che le fosse concessa la libertà vigilata, con obbligo di braccialetto elettronico.
Ora gli avvocati di Kaili avranno 24 ore per fare ricorso. Se decideranno di procedere, si terrà una nuova udienza presso la Corte d'appello di Bruxelles per valutare le motivazioni delle loro richieste. Come ricordato dalla procura in una nota, l'indagine in cui è coinvolta l'eurodeputata greca è "relativa a presunti atti di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro".
Eva Kaili è la compagna dell'italiano Francesco Giorgi, arrestato anche lui il 9 dicembre. Nella casa dei due a Bruxelles sono stati trovati 150mila euro in contanti, mentre il padre della greca, Alexandros Kaili, è stato arrestato (e poi rilasciato) mentre lasciava il suo hotel con una valigia contenente 600mila euro in contanti. Giorgi avrebbe poi confessato, secondo quanto fatto trapelare dalla procura, di aver fatto parte di un'organizzazione utilizzata da Qatar e Marocco per interferire con gli affari europei. Giorgi, che avrebbe avuto il ruolo di gestire i contanti, era l'attuale assistente del parlamentare europeo Andrea Cozzolino, del Pd.
Dalle carte dell'inchiesta, in cui la fase delle indagini non si è ancora chiusa, emerge che ci sarebbero state attività di lobbying illecito: Stati come il Qatar avrebbero pagato alcune figure politiche europee per influenzare le loro decisioni a proprio favore. Tra i principali indagati c'è l'ex europarlamentare Antonio Panzeri, eletto con il Partito democratico. Panzeri è stato arrestato lo stesso giorno di Kaili e si trova in carcere.
Pochi giorni dopo l'arresto, Kaili è stata sollevata dal proprio incarico di vicepresidente del Parlamento europeo con una votazione praticamente unanime da parte dei suoi colleghi eurodeputati. Il 20 dicembre, ha confessato di essere stata a conoscenza del denaro, e di aver ordinato al padre di nasconderlo. Invece nell'udienza di questa mattina, secondo quanto comunicato dai legali di Kaili, la 44enne non ha parlato. Hanno preso la parola gli avvocati, fuori dal tribunale, dichiarando che l'ex vicepresidente dell'Europarlamento "non è mai stata corrotta" e "sta partecipando attivamente all'inchiesta". Per questo speravano che potesse lasciare il carcere.