Qatargate, Antonio Panzeri rilasciato: l’ex eurodeputato non è più ai domiciliari
È stato liberato Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo che secondo gli inquirenti avrebbe svolto un ruolo centrale nel cosiddetto scandalo Qatargate: la presunta rete di corruzione e influenze indebite all'interno del Parlamento europeo che avrebbe avuto lo scopo di favorire paesi come, appunto, il Qatar. Panzeri era stato arrestato il 9 dicembre 2022 e incarcerato nella prigione di Saint-Gilles, a Bruxelles. Poi, il 6 aprile, era uscito per passare agli arresti domiciliari.
La libertà di Panzeri, per il momento, è condizionale. È libero di circolare per il Paese, ma non può lasciare il Belgio, e non può neanche avere rapporti con le altre persone indagate. Tra queste c'è ad esempio la ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, che era stata arrestata quando erano stati trovati 700mila euro in contanti in una valigia in casa sua. Kaili è rimasta in carcere per quattro mesi, ad aprile è passata agli arresti domiciliari e a giugno ha denunciato le condizioni in cui era stata detenuta.
La notizia della liberazione condizionale di Panzeri è stata confermata anche dal portavoce della Procura federale di Bruxelles. La decisione è stata presa dalla Corte a seguito dell'istanza di scarcerazione che avevano presentato gli avvocati di Panzeri, e la Procura ha deciso di non opporsi. La scarcerazione non era attesa prima del 9 dicembre: infatti il 17 gennaio l'ex eurodeputato aveva concordato una pena di un anno (dal momento dell'arresto) in cambio di una confessione.
Panzeri aveva quindi raccontato ai giudici, secondo quanto fatto emergere dai verbali, il giro di ricompense illecite e influenze che sarebbe stato alla base del Qatargate e avrebbe coinvolto anche il Marocco. Aveva parlato del "modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti", come la Procura aveva poi comunicato.
L'accordo tra Panzeri e la Procura era arrivato quando alla guida delle indagini c'era ancora Michel Claise, il giudice che ha poi lasciato l'inchiesta. Era emerso il dubbio che ci fosse un conflitto d'interessi per Claise, legato non a Panzeri ma a un'eurodeputata belga che sarebbe stata collegata indirettamente con Claise, Maria Arena.