Putin si vanta dell’aiuto russo all’Italia durante il Covid, ma è l’esempio dell’ambiguità di Mosca
"La Russia sa essere amica e mantenere la parola data". Con queste parole Vladimir Putin lancia un messaggio all'Europa, al mondo, ma soprattutto all'Italia. "Lo dimostra il nostro aiuto ai Paesi europei, come l'Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid – ha detto il leader del Cremlino nel suo discorso all'Assemblea federale – esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto". Putin, nel sottolineare il legame con alcuni Paesi europei, riapre una questione mai sopita in Italia. Sugli aiuti russi, infatti, continuano le polemiche ad anni di distanza. Non è ancora chiaro quale fosse l'obiettivo della spedizione partita da Mosca, ma è quasi certo che non volesse solo aiutare.
La missione civile russa, avvenuta nel marzo del 2020, è tornata al centro del dibattito circa un anno fa. Sono intervenuti sulla questione una serie di esponenti del governo in carica all'epoca – il Conte due – e dei vertici delle unità che gestivano la pandemia di Covid. Secondo diverse inchieste giornalistiche l'obiettivo dei russi non era aiutare l'Italia, ma raccogliere informazioni per sviluppare prima degli altri un vaccino contro il virus. Un progetto embrionale di quello che poi è diventato Sputnik.
L'ex presidente Conte, davanti al Copasir, assicurò che si trattò esclusivamente di aiuti sanitari. Nel frattempo da Mosca, lo scorso anno, arrivarono anche minacce dirette all'ex ministro Guerini. La missione, secondo alcune ricostruzioni, era composta principalmente da militari e ricercatori nel campo dei vaccini. Se si trattasse di generosità o di un intervento per raccogliere informazioni, di fatto, non è stato mai chiarito fino in fondo. La commissione d'inchiesta sul Covid si dovrebbe occupare anche di questo. Le polemiche intanto proseguono ancora oggi e – quasi certamente – rimonteranno dopo la dichiarazione di Putin.