Putin, il Papa e la Turchia: Salvini e il piano di pace per Mosca senza passare da Draghi
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Un piano elaborato, in quattro tappe, per portare alla pace in Ucraina. Un'iniziativa spontanea, della quale nessuno era stato messo al corrente. Perciò lo stupore nel governo, alla Farnesina, a Palazzo Chigi, persino nella Lega. Insomma, il viaggio che Matteo Salvini stava organizzando a Mosca ha fatto discutere a tutti i livelli. Tanto che lui stesso avrebbe deciso di annullarlo per evitare le polemiche, raccontandosi anche come vittima della situazione. Oggi, però, a parlare dalle colonne di diversi quotidiani è Antonio Capuano – ex parlamentare di Forza Italia, avvocato e nuovo consulente di Salvini – per spiegare cosa è successo realmente nei giorni scorsi e soprattutto cosa sarebbe andato a fare il leader della Lega a Mosca.
Sì, perché da un lato sono filtrate informazioni – dalla stessa Lega – che davano Salvini partente per la Russia entro domenica. Dall'altro non si sapeva bene cosa avrebbe fatto, né chi avrebbe incontrato. Capuano spiega a Repubblica che in Russia avrebbero dovuto "presentare un piano di pace in quattro punti". Primo punto: "Individuare una sede neutrale in cui aprire i negoziati". E sottolinea: "Abbiamo due ipotesi, entrambe sondate". Si parla chiaramente di Vaticano e Turchia. Capuano non conferma e allude: "Mi sembra sia uscito sui giornali che Salvini venerdì abbia fatto una visita in Vaticano". Il secondo punto del programma prevedeva la nomina di tre garanti, i vertici istituzionali di Italia, Francia e Germania. Più "un garante morale". Si dovrebbe trattare di Papa Francesco, ma anche qui l'avvocato non conferma.
Poi va avanti al terzo punto: "Le parti devono sedersi al tavolo solo dopo il cessate il fuoco – spiega Capuano – E in cima dell’ordine del giorno del negoziato prevediamo lo sblocco delle navi che portano il grano e gli aiuti umanitari". Il quarto e ultimo punto prevede la "visita di una grande personalità internazionale a Mosca e Kiev". È sempre il Papa, anche se Capuano non nega né conferma. L'ex parlamentare è convinto che Putin fosse a conoscenza della trattativa e cita dei presunti segnali arrivati da Mosca.
Stabilito cosa avrebbe dovuto fare Salvini a Mosca, passiamo a chi avrebbe dovuto incontrare: "Ma quali quarte linee. Nemmeno la terza e manco la seconda. La prima – dice ancora Capuano a La Stampa – il viaggio sarebbe stata l'occasione per sottoporre il piano ai vertici del governo russo". Solo dopo Salvini "sarebbe tornato dai vertici istituzionali del Paese per riferire". L'idea di Capuano e del leader della Lega era "avvertire il governo qualche ora prima di partire, per far sì che non si bruciasse la trattativa".