Puglia: archiviata l’indagine su Vendola, resta implicato il suo ex capo scorta
Si fa sempre più ampio il bacino di persone coinvolte nella maxi inchiesta sulla sanità barese che in questi giorni ha portato all’arresto di nomi importanti, vicini al governatore della Puglia, Nichi Vendola. Nelle dichiarazioni del governatore, che fu sentito nelle prime fasi dell’inchiesta in qualità di persona informata sui fatti, i magistrati non rilevarono alcuna ombra; oggi arriva, dopo un lungo periodo di intercettazioni e indagini, una seconda archiviazione per Vendola da parte del gip del tribunale di Bari.
Si ricorderà, inoltre, che Vendola sciolse la giunta dopo che il vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, fu arrestato per i reati di associazione a delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione e turbativa d’asta. Nell’occhio del ciclone, però, finisce l'ex capo della scorta di Vendola: Paolo Albanese, per il quale sono stati predisposti gli arresti domiciliari.
Al poliziotto è stato contestato il reato di concorso in concussione, insieme con il direttore sanitario dell’Asl Bari, Alessandro Calasso, Mario Malcangi, e Sigrisi; nello specifico le accuse si riferiscono alle pressioni a danno del direttore sanitario dell’ospedale di Terlizzi, Pantaleo Marrone. Tali pressioni riguarderebbero il trasferimento dell’infermiera Maria Rosselli, parente di Albanese, che doveva essere assegnata al reparto di oculistica dell’ospedale. In merito alla vicenda Vendola ha dichiarato: “Nel provvedimento del giudice cade l’accusa più grave, quella del reato associativo”. In effetti, i soggetti implicati nell'inchiesta sulla sanità, più che coinvolti in un’associazione a delinquere sembrano invece avvolti, ciascuno a suo modo, in una fitta rete di rapporti clientelari personalistica.
Intanto, dopo che è stato predisposto l’arresto per Alberto Tedesco, da parte della Procura di Bari alla Giunta per le autorizzazioni del Senato, l’ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, attualmente senatore del Pd, ha deciso di lasciare il partito e ha dichiarato all’ANSA:
Dopo aver attentamente valutato la situazione determinatasi a seguito delle iniziative giudiziarie che mi riguardano, e per consentire al mio partito, al mio gruppo, e al Senato tutto di valutare con grande serenità ed equità le circostanze e le richieste che sono state avanzate a mio carico, dichiaro di autosospendermi dal partito e dal gruppo senatoriale del Pd.