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Prove Invalsi, uno studente su 2 ha livello base in Italiano e Matematica, si amplia divario Nord-Sud

Presentati alla Camera i risultati del test Invalsi 2023. Si ampliano i divari territoriali: in alcune Regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sono stati presentati oggi alla Camera i risultati del test Invalsi 2023, che segnalano uno stop per le medie al calo del rendimento, mentre si accentua il divario tra Nord e Sud, con risultati negativi nel Mezzogiorno.

Alle medie – scuola secondaria di primo grado – i risultati del Rapporto Invalsi 2023 confermano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si intravede ancora un'inversione di tendenza.

Gli esiti in Inglese (sia ‘listening' sia ‘reading') sono invece in miglioramento. A livello nazionale – informa l'ente di ricerca – gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, sono: Italiano: 62% (+1 punto percentuale rispetto al 2022, invariato rispetto al 2021), Matematica: 56% (invariato rispetto al 2021 e al 2022), Inglese-reading (A2): 80% (+2 punti percentuali rispetto al 2022 e +4 punti percentuali rispetto al 2021), Inglese-listening (A2): 62% (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti percentuali rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018, inizio della rilevazione).

I divari territoriali rimangono molto marcati, evidenzia l'Invalsi. In alcune Regioni del Mezzogiorno, in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi (al massimo al livello 2), che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, al 35-40% in Inglese reading e al 55-60% in Inglese-listening (ossia che non raggiungono l'A2).

Si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle Regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

In alcune Regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura 2 studenti su 3 (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese.

Dispersione scolastica in calo

Secondo il rapporto Invasi gli esiti del 2023 confermano un rilevante calo della dispersione scolastica implicita che si attesta all’8,7% (-1 punto percentuale rispetto al 2022).

Se le prime stime Invalsi troveranno conferma negli esiti delle prove degli anni futuri, la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione senza aver conseguito titoli di studio superiori alla secondaria di secondo grado o qualifiche professionali con corsi con durata di almeno due anni (Elet) sembra avvicinarsi al traguardo prescritto dal Pnrr alla fine del 2025 (10,2%).

Nel 2019 la dispersione scolastica implicita era al 7,5%, nel 2021 al 9,8%, mentre nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7%.

"Quest’anno – si legge nel rapporto – le prove hanno coinvolto oltre 12.000 scuole per un totale di oltre 1.000.000 di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e oltre 1.000.000 di studenti della scuola secondaria di secondo grado".

Il commento del ministro Valditara

Per il ministro dell'Istruzione Valditara i dati Invalsi relativi alle performance degli studenti italiani "confermano un elemento di forte preoccupazione anche se ci sono alcuni miglioramenti. L'elemento di preoccupazione è drammaticamente il solito, ovvero un'Italia spaccata in due con i ragazzi del Mezzogiorno fortemente pregiudicati nelle prospettive e opportunità formative e lavorative rispetto a studenti in aree più avvantaggiate del Paese".

Anche sulla base dei dati Invalsi è scaturita "la decisione di presentare un'Agenda Sud in dieci punti che prevede l'individuazioni di scuole dove per fragilità di contesto sociale, abbandoni, insuccesso formativo e assenze concentrare risorse importanti", ha aggiunto.

"Inizieremo con 240 scuole", ha detto ancora il ministro, dove ci saranno "più insegnanti soprattutto per le materie critiche come l'italiano, la matematica e l'inglese, l'estensione del tempo pieno, una formazione specialistica per i docenti che insegnano e con una retribuzioni aggiuntiva per le attività extracurriculari".

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