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Proteste nel Cpr di Gradisca d’Isonzo, Serracchiani: “Condizioni al limite per i migranti”

“La recente recrudescenza di tensione culminata con uno straniero ferito gravemente è l’ennesimo segnale d’allarme sulle condizioni-limite del Cpr di Gradisca d’Isonzo”: la ha detto la deputata dem Debora Serracchiani, commentando le proteste scoppiante nella notte nel Centro per il rimpatrio dei migranti.
A cura di Annalisa Girardi
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Immagine di repertorio
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Nel Centro per il rimpatrio di Gradisca d'Isonzo la situazione è sempre più tesa. Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio sono esplose nuove proteste, alcuni migranti hanno assaltato le sbarre metalliche degli infissi e sono saliti sul tetto. Un uomo tunisino di 34 anni, arrivato nel Cpr da alcuni giorni, ha cercato di saltare per raggiungere la recinzione esterna, ma è caduto ed è stato trasportato in elicottero in ospedale in gravi condizioni. Non sarebbe però in pericolo di vita. Le forze dell'ordine hanno circondato il Cpr e hanno trattato con gli altri migranti per far rientrare la situazione. Alcuni avevano dato fuoco a un cumulo d'immondizie, ma l'incendio è stato presto domato.

"La recente recrudescenza di tensione culminata con uno straniero ferito gravemente è l'ennesimo segnale d'allarme sulle condizioni-limite del Cpr di Gradisca d'Isonzo, un centro ormai permanentemente sovraffollato con centinaia di presenze a fronte di una capienza di 250", ha commentato Debora Serracchiani, ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e oggi deputata e responsabile Giustizia del Partito democratico.

"Solleciterò ancora una volta con una interrogazione parlamentare il ministro dell' Interno e il ministro della Giustizia per avere aggiornamenti sui fatti anche violenti che si verificano all'interno della struttura e sugli interventi intesi a ridurre sovraffollamento e tensione interna. Rinnoverò la richiesta che Gradisca sia finalmente sollevata dal peso di questo Cpr inserito come un corpo estraneo nel tessuto cittadino", ha poi aggiunto.

Serracchiani ha quindi rinnovato la critica al governo che, secondo lei, "continua un atteggiamento di totale disinteresse per una struttura del tutto inadeguata -per le sofferenze del territorio, per le condizioni lavorative del personale ivi impiegato, per lo stato di applicazione delle garanzie e dei diritti". La deputata poi conclude: "Non saranno le strette securitarie né i soldi buttati negli hotspot albanesi a dare sollievo a Gradisca né a chi si trova nell'unico Cpr del Friuli Venezia Giulia. Al governo chiediamo attenzione anche per gli operatori delle forze dell'ordine e gli operatori civili che in situazioni ordinarie e di emergenza sono chiamati a lavorare in un ambiente stressante tra le note difficoltà di gestione di una quantità di persone che non accenna a diminuire".

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