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Il governo Meloni ha emanato il decreto che proroga l’invio delle armi all’Ucraina per il 2023

Il governo Meloni ha dato il via libera al decreto Ucraina, con cui potrà continuare a inviare armi per tutto il 2023 a Kiev. In Cdm anche le norme per Ischia e la raffineria siciliana Isab-Lukoil.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L’Italia continuerà a inviare armi all’Ucraina, se ce ne sarà bisogno. A pochi giorni dalla polemica sull’emendamento che il governo Meloni voleva approvare in Parlamento per autorizzare i nuovi invii di armamenti a Kiev, la proroga è arrivata ugualmente ma sotto forma di decreto. Il Consiglio dei ministri si è riunito d’urgenza questa sera, dopo aver posticipato l’incontro originariamente previsto nel primo pomeriggio. All’ordine del giorno una serie di misure urgenti: decreto Ucraina a parte, infatti, sono stati erogati nuovi fondi per gli interventi di Protezione civile a Ischia ed è arrivata sul tavolo anche la spinosa questione della raffineria siciliana Isab-Lukoil.

Per quanto riguarda le armi all’Ucraina – su cui si continua a discutere aspramente con l’opposizione del Movimento 5 Stelle e di Verdi e Sinistra – alla fine è arrivata una proroga “fino al 31 dicembre 2023” e “previo atto di indirizzo delle Camere” dell’autorizzazione a cedere “mezzi, materiali e equipaggiamenti militari” all’Ucraina. Così viene confermato, in sostanza, l’impianto stabilito dal governo precedente, che aveva il via libera per agire fino alla fine dell’anno. In questo modo l’esecutivo Meloni si è assicurato di poter procedere all’invio di nuove armi per tutto il prossimo.

I “termini” e le “modalità” sono le stesse stabilite dal decreto del governo Draghi. Perciò l’esecutivo dovrà continuare a passare dal Parlamento, come fatto finora con le audizioni al Copasir del ministro Guerini.

Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni, in cui il Parlamento sarà occupato anche ad affrontare il nodo manovra. Ma l’opposizione grillina (e non solo) annuncia battaglia. Sarà tutto da capire, invece, cosa decideranno di fare Partito Democratico e Terzo polo. Finora, infatti, la linea di Pd, Azione e Italia Viva è stata quella del governo Draghi e quindi – in continuità – anche quella del governo Meloni. Fratelli d’Italia, tra l’altro, voto a favore del decreto con cui l’esecutivo precedente autorizzò gli aiuti militari all’Ucraina.

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