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News su migranti e sbarchi in Italia

Prometteva di cercare gli scafisti “in tutto il globo terracqueo” ma i dati mostrano il fallimento di Meloni

Giorgia Meloni prometteva di dare la caccia agli scafisti “in tutto il globo terracqueo”, ma i numeri sui migranti sbarcati in Italia, diffusi dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, mostrano la totale inefficacia della strategia del governo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Circa tremila ospiti nell'hotspot di Lampedusa, una struttura che può contenere in teoria massimo 400 migranti. Qualcosa nella gestione dell'immigrazione non sta funzionando, e il governo Meloni lo sa bene, anche se la premier si ostina a ripetere che il suo esecutivo sta inanellando una serie di successi.

Ultimo in ordine di tempo il memorandum siglato con la Tunisia: secondo la narrazione del governo, e in particolare del ministro dell'Interno Piantedosi, l'accordo sui migranti equivale a un blocco navale. In realtà le cose non stanno affatto così, come vi abbiamo spiegato qui. Perché il presidente tunisino Kais Saied si è impegnato soltanto a riammettere i suoi connazionali che arrivano in Italia, non i migranti di altre nazionalità. Come del resto Tunisi faceva già, sulla base di un accordo bilaterale di riammissione in vigore da tempo. Un dettaglio non da poco che smonta totalmente i toni trionfalistici di Meloni, dal momento che degli oltre 80mila migranti sbarcati in Italia nel 2023, ben 43mila provengono dalla Tunisia, ma non sono in maggioranza tunisini: si tratta sì di persone partite dalle coste tunisine, ma provenienti da altri Paesi africani. Come si vede dalla tabella delle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, relativa al 2023, il gruppo più grande è quello della Costa d'Avorio (9.732 migranti), seguito da Guinea (9.566) ed Egitto (7.751). Hanno invece detto di essere tunisini 5.681 migranti.

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Ora, è chiaro che il memorandum è stato firmato da pochi giorni, ma viste le premesse è difficile che possa ribaltare la situazione. La verità, come spesso succede, sta nei numeri, non nelle chiacchiere: proprio in questi giorni è stata ampiamente superata la soglia di 80mila arrivi da inizio anno, contro i 105mila dell'intero 2022.

Secondo i dati da poco divulgati dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, con il cruscotto statistico che mette a confronto il numero dei migranti sbarcati dal 1 gennaio 2023 al 21 luglio 2023, con i dati riferiti allo stesso periodo degli anni 2021 e 2022, la situazione è allarmante: nel 2021 infatti, nel periodo compreso tra gennaio e luglio, erano approdati nelle nostre coste 25.149 migranti; negli stessi mesi del 2022 se ne contavano 33.972. E quest'anno, al 21 luglio, sono già 83.439 i migranti sbarcati da noi.

Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza, nel mese di luglio si è registrato il picco: se nel luglio 2021 si erano registrati 8.609 arrivi, l'anno dopo si contavano 13.802 migranti sbarcati. Quest'anno il numero è schizzato in alto: siamo già a 17.924 persone giunte nel nostro Paese.

Dati questi che cozzano vistosamente con i messaggi veicolati da Meloni e dal governo, che sembra non vedere quello che sta succedendo in queste ore a Lampedusa: nella struttura di contrada Imbriacola ieri c'erano oltre 3.300 persone, e sebbene siano in programma trasferimenti, il sovraffollamento del centro non si risolverà nel giro di poche ore. Sull'isola si contano già 18 sbarchi dalla mezzanotte di ieri.

Il governo Meloni però dimentica che nell'estate del 2021 utilizzava gli stessi argomenti per attaccare il governo e l'allora ministra dell'Interno Lamorgese, accusandola di "fallimento" nella gestione dell'emergenza immigrazione. Francesco Lollobrigida, che in quel momento era capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, chiedeva le dimissioni di Lamorgese e tuonava così:

"Centinaia di immigrati arrivati a Lampedusa e trasferiti in un hotspot già stracolmo. Altri giunti a Messina, di cui alcuni già espulsi dall’Italia. Da gennaio ad agosto oltre 35mila arrivi illegali rispetto ai circa 5mila dello stesso periodo del 2019. Numeri che certificano l’inadeguatezza di Lamorgese e la sua incapacità nel fermare gli sbarchi. Oltre alle dimissioni del ministro dell’Interno, la soluzione era e resta il blocco navale immediato".

Adesso che Fratelli d'Italia non si trova più all'opposizione, ma a Palazzo Chigi, nessuno del governo sembra badare più alle cifre, e di quel ‘blocco navale immediato', che tanto era stato promesso e invocato da Giorgia Meloni in campagna elettorale, non c'è neanche l'ombra. Quello che rimane alla premier per coprire l'imbarazzo è solo tanta retorica. Se non avesse dei risvolti drammatici, oggi farebbe sorridere quell'impegno dichiarato in conferenza stampa a Cutro, all'indomani del naufragio in cui hanno perso la vita 94 persone, (il numero preciso dei dispersi non è stato mai accertato): "Cercheremo gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo". Frasi altisonanti che evidentemente hanno prodotto fino ad ora ben pochi risultati.

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Giornalista professionista dal 2014, a Fanpage.it mi occupo soprattutto di politica e dintorni. Sicula doc, ho lasciato Palermo per studiare a Roma. Poi la Capitale mi ha fagocitata. Dopo una laurea in Lettere Moderne e in Editoria e giornalismo ho frequentato il master in giornalismo dell'Università Lumsa. I primi articoli li ho scritti per la rivista della casa editrice 'il Palindromo'. Ho fatto stage a Repubblica.it e alla cronaca nazionale del TG3. Ho vinto il primo premio al concorso giornalistico nazionale 'Ilaria Rambaldi' con l'inchiesta 'Viaggio nell'isola dei petrolchimici', un lavoro sugli impianti industriali siciliani situati in zone ad alto rischio sismico, pubblicato da RE Le Inchieste di Repubblica.it. Come videomaker ho lavorato a La7, nel programma televisivo Tagadà.
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