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Prolungamento dell’anno scolastico: fino a quando e in che forma potrebbe essere applicato

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, torna a parlare dell’ipotesi di prolungare il calendario scolastico: “Abbiamo deciso di dare alla scuola 150 milioni per permettere a giugno di organizzare l’orientamento e il recupero degli alunni. Lo faremo con i comuni, con le province, nell’ambito di quel patto di comunità che abbiamo già predisposto l’anno scorso”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il prolungamento dell’anno scolastico è una possibilità realizzabile attraverso il patto di comunità. A spiegarlo è il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervenuto durante la trasmissione Che tempo che fa, in onda su Rai 3. A Bianchi viene chiesto se il prolungamento dell’anno scolastico sia solo un’idea o se ci sia già qualcosa di più concreto dietro: “Noi abbiamo deciso di dare alla scuola 150 milioni per permettere a giugno di organizzare l’orientamento e il recupero degli alunni. Lo faremo con i comuni, con le province, nell’ambito di quel patto di comunità che abbiamo già predisposto l’anno scorso”, è la replica. Il ministro parla di orientamento e recupero degli alunni, anche se non si sofferma sulla platea di studenti potenzialmente interessati. Nessuna specifica, quindi, sulle scuole elementari, medie e superiori. Ma il piano è quello di prevedere qualche attività aggiuntiva al termine di quest’anno scolastico, per poi ripartire a settembre con quella che Bianchi definisce una costituente della scuola.

Le parole di Bianchi vengono commentate da Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, secondo cui bisogna smetterla di far polemica sul prolungamento o meno del calendario scolastico: “Saranno le scuole, nella loro autonomia e sulla base delle esigenze direttamente e concretamente rilevate, a realizzare le attività necessario, programmando interventi che costituiranno un ponte tra la fine dell’anno scolastico e l’avvio del prossimo”. L’ottica è quella del recupero degli apprendimenti, necessario anche per i tanti mesi di didattica a distanza svolti dalla maggior parte degli studenti italiani.

Il prolungamento dell’anno scolastico, comunque, non viene considerato come la panacea di tutti i mali. Bianchi ha già detto che il problema “degli apprendimenti non si risolve negli ultimi 20 giorni di giugno”. E il tema, secondo il ministro, “non è il recupero di ore ma di contenuti”. La questione potrebbe essere affrontata più avanti, come sottolineato a inizio mese dal ministro della Salute, Roberto Speranza: “Ritengo che ci sarà bisogno di un’ulteriore riflessione sull’ipotesi di un eventuale prolungamento dell’anno scolastico. È un tema che in questo momento non può già trovare una risposta di tipo definitivo”. Per quanto riguarda il prolungamento, la forma è ancora da definire. Una delle ipotesi di cui si era parlato era quella di aprire le scuole fino al 30 giugno, ma solamente le primarie e soltanto laddove necessario. Verrebbero escluse, quindi, superiori e medie, anche a causa degli esami di terza media e di maturità. Resterebbe, quindi, un prolungamento per i più piccoli che avrebbe anche uno scopo meno legato alla didattica e più alla socialità, che con la didattica a distanza si è inevitabilmente persa.

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