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Prodi: “Il governo tratta con l’Ue? Meglio, questa commedia è stata una tragedia per noi”

“Il mio giudizio è molto semplice: è finito il periodo degli insulti e si comincia a parlare. Se Salvini ha detto che non ci si impiccherà ai numeri allora un accordo potrebbe essere possibile, poi se si troverà un accordo questo non lo so. È cominciato il processo, ma serve tempo”, ha dichiarato Romano Prodi, aggiungendo: “Abbiamo fatto mesi di commedia che è stata una tragedia per la nostra immagine e anche per il nostro portafoglio”.
A cura di Charlotte Matteini
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Parlando del rapporto tra governo italiano ed Europa, l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha spiegato che l'esecutivo dovrebbe iniziare a dialogare davvero con Bruxelles. Intervistato a Circo Massimo su Radio Capital, Prodi ha evidenziato: "Il mio giudizio è molto semplice: è finito il periodo degli insulti e si comincia a parlare. Se Salvini ha detto che non ci si impiccherà ai numeri allora un accordo potrebbe essere possibile, poi se si troverà un accordo questo non lo so. È cominciato il processo, ma serve tempo". Commentando l'approccio dell'esecutivo Conte e l'aumento dello spread, l'ex presidente del Consiglio ha sottolineato: "Abbiamo fatto mesi di commedia che è stata una tragedia per la nostra immagine e anche per il nostro portafoglio".

In un'intervista concessa ieri a In Mezz'ora in più di Lucia Annunziata, Prodi ha dichiarato: "Attenzione che, oltre all’Italia e all’Europa, c’è un terzo protagonista, il mercato. C’è uno spread che va su e giù, ci sono investitori esteri che sono diffidenti e fondi che lasciano il Paese. Bisognerebbe avere serenità e un po' di saggezza per evitare altri incidenti. Questo governo sta trattando meglio rispetto ai precedenti di centrosinistra? La risposta è semplice, negli altri casi nel passato s’è trattato: in questo caso s’è minacciato”.

Affrontando l'argomento primarie del Pd, Prodi non le ha mandate a dire: "Adesso sono cattivo: vedo che si sanno i nomi delle primarie Pd ma non i loro programmi. E questo per me è un problema gravissimo. Bisogna dire quello che uno vuole, che Paese e che partito si ha in testa. Mi attendo che finalmente si cominci a presentare le differenze che non sono di personalità ma di contenuto. Se andrò a votare alle primarie? Francamente non ho ancora deciso".

Concludendo, l'ex presidente del Consiglio ha escluso categoricamente il suo ritorno alla politica attiva. “Il mio mestiere è fare il predicatore, incidere sulla vita politica è compito dei protagonisti: uno sta o dentro o fuori, non si sta sull’uscio. Ho dato io l'esempio, dando vita a una grande coalizione dei riformisti. E da lì che si deve ripartire. Da un lato il democristiano Weber che tiene insieme un’area di destra, dall’altro serve una coalizione tra socialisti, liberali e Verdi. Si sente dire che non c’è differenza tra destra e sinistra: Ma siamo matti? La differenza c’è, eccome. La ripresa dei democratici nell’Europa dell’Est viene dal fatto che là hanno governato per un pò i populisti. E ora stanno cambiando idea”.

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