Prodi a un passo dall’addio al PD: “Renzi vuole che sposti le tende? Nessun problema”
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Qualche giorno fa, l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi aveva rilasciato un’intervista in cui spiegava di essere diventato “il confessore del PD”, ovvero un punto di riferimento per i tanti malumori interni alla creatura politica da lui fondata. Nella lettura del professore, infatti, nel PD “non esistono vere divergenze sulla strategia e sulle politiche”, ma a bloccare tutto “sono i veti personali, tantissimi contro Renzi, ma anche di Renzi verso gli altri”.
Poi, nel riaprire sostanzialmente il dibattito sulla coalizione e sulla necessità di un approccio diverso alle prossime scadenze elettorali, aveva aggiunto una frase che probabilmente non deve aver fatto piacere ai renziani: “Quando la gente mi incontra, le madri mi chiedono quale sarà il futuro dei loro figli e magari si fanno pure un selfie, non penso che in realtà vogliano il mio ritorno. Sono il primo a saperlo e a non volerlo. Piuttosto, ho l’impressione che riflettano la paura di una società senza più bussola, e la loro delusione per la politica di questi anni. È nostalgia per quello che ricordano come meno peggio”.
Oggi, nel commentare la sconfitta elettorale, Renzi non ha usato mezze misure nel bocciare il suggerimento di Prodi: “Il dibattito sulla coalizione addormenta gli elettori e non serve, non è di per sé la coalizione che segna la vittoria. È il candidato, il leader, il territorio che segna la sconfitta o la vittoria ai ballottaggi. Le coalizioni non sono l'argomento su cui intrattenere gli italiani per i prossimi 12 mesi. Quello che interessa loro è cosa facciamo sulle tasse. Le coalizioni affascinano gli addetti ai lavori, il modo con cui si risolvono i problemi è il nostro campo di gioco”.
Queste considerazioni sono state interpretate dal professore come un invito a tenersi fuori dalle polemiche, ma anche dalla costruzione del centrosinistra del futuro. E la replica è stata piccata: “Leggo che il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un po' più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l'ho messa nello zaino”. Parole che lasciano presagire uno stato di profondo malessere, che potrebbe portarlo ad abbandonare il PD renziano, magari per seguire Bersani e D'Alema…