Processo Ruby, Berlusconi assolto definitivamente: “Ora torno in campo”
La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha scritto la parola fine sul processo Ruby, confermando l'assoluzione, che diventa definitiva, di Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile. In primo grado il leader di Forza Italia era stato condannato a sette anni di reclusione dal tribunale di Milano. In appello era stato prosciolto. giudici hanno quindi rigettato il ricorso del procuratore generale di Milano Pietro De Petris che aveva chiesto l'annullamento dell'assoluzione. Le motivazioni della decisione dei supremi giudici verranno pubblicate tra un mese.
Berlusconi: "Ora torno in campo"
Da Arcore arriva la notizia di un Silvio Berlusconi "tanto felice, pronto a tornare in campo", anche e soprattutto per dare battaglia per modificare la legge Severino che attualmente gli impedisce di ricandidarsi. "E' un'ottima notizia che risarcisce solo in minima parte tutto quello che ha subito Berlusconi e con lui tutti i moderati italiani in questi anni. Quello che si conclude oggi con una doverosa assoluzione è un processo che mai si sarebbe dovuto celebrare". Così Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, commenta l'assoluzione. Fabrizio Cicchitto (Nuovo centrodestra) parla di "totale disfatta di chi ha costruito e portato avanti il processo, dal procuratore generale milanese Edmondo Bruti Liberati alla pm Ilda Boccassini. Ed è la testimonianza che Il fanatismo è esattamente il contrario di una equa amministrazione giustizia".
Poche ore dopo, il leader di Forza Italia ribadisce su facebook:
"Come in un film di Mel Brooks"
Nel corso dell’udienza il pg della Cassazione aveva chiesto l’annullamento dell’assoluzione sostenendo che “l’episodio nel quale Silvio Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro”. Ma il difensore di Berlusconi, Franco Coppi, aveva replicato: “La sentenza di assoluzione ammette che ad Arcore si sono svolte cene e prostituzione a pagamento, cosa che la difesa non contesta, ma nella sentenza non si trova la prova di alcuna minaccia implicita od esplicita rivolta a Ostuni (capo di gabinetto della questura di Milano)”. Per quanto riguarda l'accusa di concussione, per Coppi, "a tutto voler concedere all'accusa c'è solo stata una telefonata nella quale Berlusconi dice che c'è una consigliera regionale pronta a prendersi carico di Ruby". Nicole Minetti, spiega Coppi, "si rivelerà poi per quel che è, ma quella sera come consigliere regionale aveva tutte le carte in regola per ottenere l'affido di Ruby".