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Processo Ruby, la reazione minimal del Pd: “Rispettiamo le sentenze”

Dal Partito Democratico solo un commento laconico: “Rispetto per le decisioni, di qualunque segno siano, che la magistratura prende nella propria autonomia”. A pesare è il sostegno al Governo.
A cura di Redazione
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Qualcuno ricorda il discorso di Dario Franceschini alla Camera durante la sollevazione del conflitto di competenze per il caso Ruby? Qualcuno ricorda i toni sferzanti dei parlamentari democratici prima della votazione sul'autorizzazione della perquisizione degli uffici del ragionier Spinelli (l'uomo che materialmente riforniva le ragazze di via Olgettina di denaro)? Bene, dimenticatevene in fretta, perché il Pd al tempo della grosse koalition è qualcosa di radicalmente diverso. Come recita una nota ufficiale, infatti, "il Partito Democratico prende atto della sentenza pronunciata dai giudici della quarta sezione del Tribunale penale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi. Come sempre, il Pd esprime rispetto per le decisioni, di qualunque segno siano, che la magistratura prende nella propria autonomia".

Nessun commento, dunque. Perché le sentenze non si commentano, è chiaro. Ma anche perché il Governo si legge su un equilibrio precario e dunque è meglio evitare determinati toni. Certo, almeno in linea teorica, un conto è criticare nel merito una sentenza della magistratura (quando non si conoscono le motivazioni): una pratica che davvero non attiene alla sinistra garantista e progressista. Un altro però è ripetere quello che era da sempre il mantra democratico: fiducia nella magistratura, ma Berlusconi si dimetta e si faccia processare come un cittadino qualunque, rinunciando alle prerogative da parlamentare e da artefatti scudi giudiziari. E su questo (sui provvedimenti che verranno presi in Parlamento sulla giustizia), i prossimi mesi diranno davvero da che parte intenderanno posizionarsi i democratici.

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