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Processo Open Arms a Salvini, come è andata l’ultima udienza e quando arriverà la sentenza

Oggi si è svolta a Palermo una nuova udienza del processo Open Arms a Salvini. Il legale della Ong: “Riteniamo che ci siano tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell’allora ministro dell’Interno”. La prossima udienza sarà il 18 ottobre, con l’arringa di difesa di Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si è conclusa l'ultima udienza del processo Open Arms a Salvini. Per oggi era prevista la discussione delle parti civili. Si riprenderà il 18 ottobre, sempre nell'aula bunker del carcere Pagliarelli, con l'arringa della difesa di Matteo Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per avere impedito cinque anni fa lo sbarco di 147 migranti e per il quale il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha chiesto sei anni di carcere.

Alla richiesta dell'avvocato Giorgio Bisagna, il presidente della seconda sezione penale, Roberto Murgia, ha anticipato che dopo l'udienza del 18 ottobre se ne terrà un'altra per le repliche. Poi i giudici si riuniranno in camera di consiglio e solo dopo sarà emessa la sentenza.

La ricostruzione degli avvocati di parte civile

"La requisitoria della Procura e la memoria depositata dopo la scorsa udienza del 14 settembre copre la ricostruzione sul piano normativo e sulla dinamica dei fatti a partire dal primo soccorso che è stato fatto nel corso della missione 65 dall’ong Open Arms dal 2019, non abbiamo molto da aggiungere. In data 1 agosto, con un decreto legge conosciuto come Decreto Sicurezza Bis, il ministero dell’Interno, in accordo con il ministero dei trasporti e con quello della difesa, vieta l’accesso nel mare territoriale alla Open Arms. In data 13 agosto si aggravano le condizioni del mare, e data la pericolosità della situazione, l’ong decide di ricorrere al TAR del Lazio: il Tribunale amministrativo sospende in via cautelare il provvedimento preso dal ministro della difesa. Sospende quindi un decreto che impedisce l’ingresso della nave Open Arms nel mare territoriale". 

"Open Arms entra nelle acque territoriali, non ci sono dubbi – come ampiamente provato – che in quel momento dovesse essere concesso lo sbarco e il cosiddetto POS (Porto sicuro). Open Arms dalla sua nascita, nel  2015, porta avanti un’attività di soccorso in mare, sappiamo quanto i mari del mediterraneo centrale siano diventati luogo di morte. Fondali pieni di cadaveri di uomini, donne e bambini che tentano di arrivare sulle sponde meridionali europee. Open Arms in questi anni ha salvato decine di migliaia di vite, in quell’occasione per la quale oggi siamo qui, occorsa nell’agosto del 2019, non solo Open Arms non ha ricevuto il sostegno delle istituzioni al Governo, previsto dalla condizioni sar, me è evidente il danno causato all’armatore umanitario. Il danno alle attività che questa persegue con un fare esclusivamente umanitario. Se molti si trovano in vita nei nostri paesi è merito anche di Open Arms", ha detto l'avvocato di Open Arms Arturo Salerni.

Durante l'udienza, è intervenuta anche l’Avvocata per le parti civili Silvia Calderoni premettendo al suo intervento la difficoltà che gli avvocati delle parti civili hanno incontrato come difensori di naufraghi: "Nella requisitoria della Procura abbiamo sentito dire come bisogna essere privilegiati anche per potersi costituire come parte offesa. Questo per l’accesso alla giustizia che purtroppo essere uno straniero riscontra, nel nostro paese ma anche altrove. I miei assistiti, due persone nigeriane, lavoratori che oggi vivono in Francia dove hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale e dove sono potuti andare senza nessun bisogno di attendere il ricollocamento. Quando li ho raggiunti telefonicamente per chiedere loro la testimonianza hanno rifiutato categoricamente: non avevano alcuna intenzione di venire in Italia, non volevano rivivere quella storia e, soprattutto, non credevano che sarebbero stati ascoltati. Tutto ciò è comprensibile se consideriamo che durante questo processo sono state messe in dubbio le loro condizioni, l’imputato ha parlato di finti malati, finti minori e sono state messe in dubbio anche le loro generalità. Il rischio di risvegliare dei traumi, come detto anche dallo psicologo di Emergency che ha testimoniato, ci ha portato a non insistere per la loro presenza".

Parti civili chiedono oltre 1 milione a Salvini

Nell'udienza di oggi gli avvocati di parti civili hanno chiesto alla Corte di riconoscere anche la responsabilità civile, oltre a quella penale, e hanno dunque richiesto una somma complessiva di oltre 1 milione di euro come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative.

"Tutte le parti civili si sono riportate alle richieste che la Procura ha fatto in modo molto argomentato sia sulla ricostruzione dei fatti, sia sulle disposizioni giuridiche che sono state violate dell'imputato. Noi confidiamo sulla pronuncia del Tribunale, riteniamo che ci siano tutte le condizioni per affermare la responsabilità penale dell'allora ministro dell'Interno", sono le parole dell'avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile di Open Arms, parlando con i giornalisti durante una pausa del processo.

"Sono emerse anche le vicende terribili di chi è stato ostaggio sulla nave per tanti giorni in condizioni disumane, persone che venivano da realtà infernali nei loro percorsi migratori soprattutto dai campi libici che sono luoghi di tortura – ha aggiunto – In Italia si sono ritrovati ad aspettare per quello che era un atto dovuto come prevedono le convenzioni internazionali e la legge italiana".

Una delegazione del partito di Orban sosterrà Salvini in Sicilia

Oggi Matteo Salvini ha incontrato a Budapest il leader ungherese Viktor Orbán. Quest'ultimo, secondo quanto ha riferito il portavoce del vicepremier leghista, "non ha mancato di chiedere" a Salvini "informazioni a proposito del processo di Palermo e ha garantito la presenza di una delegazione del proprio partito e degli altri alleati europei sia a Pontida (6 ottobre) che in Sicilia in occasione dell'arringa di Giulia Bongiorno (18 ottobre)".

Salvini intanto presenzierà domani all'iniziativa di raccolta firme in suo sostegno organizzata dal Carroccio. Nelle prossime due settimane, in vista del raduno di Pontida, i leghisti scenderanno nelle piazze lombarde con centinaia di banchetti e gazebo per permettere ai cittadini di firmare a sostegno dell'azione politica della Lega e del suo segretario. "Dobbiamo ribadire che la difesa dei nostri confini nazionali non è un reato", ha spiegato in una nota Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale lombardo della Lega. Questo doppio week end "sarà prodromico al grande appuntamento di domenica 6 ottobre sul prato di Pontida, dove chiunque sarà il benvenuto, dove saremo tantissimi per dare il nostro sostegno a Matteo Salcini – ha detto poi Cecchetti -. Ci prepariamo ad un'altra grande mobilitazione sul territorio lombardo, perché la Lega c'è sempre, anche lontano dal voto e non solo in campagna elettorale".

Salvini presenzierà domani e domenica alla mobilitazione: sabati è atteso ai gazebo a Milano in via Osoppo-piazzale Velasquez e domenica alle 16 a Firenze in piazza Beccaria.

"Io sto con Salvini": al via raccolta firme sul sito della Lega

Oltre ai gazebo allestiti per le prossime settimane la raccolta firme a sostegno del leader del Carroccio per il caso Open Arms prosegue sul sito del partito. Sono oltre 5.700 le sottoscrizioni per la raccolta firme dal titolo ‘#iostoconSalvini: solidarietà a Matteo Salvini, che rischia 6 anni di carcere per aver bloccato l'immigrazione clandestina e difeso l'Italia'.

"I sottoscritti – si legge nel testo – intendono esprimere la propria solidarietà a Matteo Salvini, che è attualmente sotto processo per aver fermato gli sbarchi da ministro dell'Interno e che rischia una condanna a 6 anni di carcere (richiesta del pubblico ministero). Difendere i confini non è un reato, ma un dovere: in tutta Europa sono sempre di più i Paesi che rafforzano le misure di sicurezza per controllare le frontiere, contrastando immigrazione clandestina, trafficanti di esseri umani e potenziali minacce terroristiche". E ancora: "Matteo Salvini ha agito da ministro nel rispetto della legge e ha dato seguito con efficacia al mandato degli elettori, rispettando la parola data: incredibilmente viene trattato come un criminale, io sto con lui!'".

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