Processo Mills, il Pm chiede una condanna a 5 anni per Silvio Berlusconi
Una requisitoria dai toni molto duri nei confronti del Cavaliere e soprattutto della sua difesa quella pronunciata oggi dal Pm di Milano, Fabio De Pasquale, nel corso dell'udienza del Processo Mills. Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver concordato dichiarazioni false con l'avvocato inglese David Mills, in cambio di denaro, in alcuni processi a carico dell'ex Premier, come quello All Iberian. La richiesta del Pm è di una condanna a cinque anni di reclusione per l'ex Presidnete del Consiglio perché "c'è certezza al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell'imputato".
Per il Pm le colpe dell'imputato sono evidenti – Per De Pasquale le colpe dell'imputato, il cui processo è stato stralciato da quello di Mills, sono evidenti anche guardando ai numerosi tentativi dell'avvocato inglese per "complicare per impedire l'accertamento della verità". "Un atto corruttivo di queste dimensioni, che ha di fatto ingannato due tribunali, mi pare assurdo non trovi giustizia" ha detto il Pm, ricordando ancora una volta la decisiva testimonianza di Mills che mutò le sorti dei due procedimenti giudiziari a carico del Cavaliere. De Pasquale nella sua ricostruzione dei fatti ha ricordato che numerose prove portate a difesa di Berlusconi dai suoi avvocati non trovano riscontro come quella sui 600mila dollari versati a Mills dall'armatore napoletano Diego Attanasio.
Niente prescrizione del reato secondo il magistrato – E dopo le polemiche dei giorni scorsi tra magistrati e avvocati difensori, lo scontro in Aula è continuato anche oggi con il Pm che si è scagliato indirettamente contro i difensori del Cavaliere affermando che la difesa di Berlusconi "è ferma al 2006, sono passati sei anni e tre sentenze ma per loro non è cambiato niente" . Il Pm ha dichiarato che tutto l'impianto difensivo "è basato su carte false"cioè su una "fittizia sequenza di carte fabbricate o falsificate". Ma il vero dibattito ormai è spostato proprio sulla data di prescrizione del reato che il Pm riporta tra maggio e luglio. Il conteggio ruota tutto attorno alla datazione in cui è stato compiuto il reato, che per i magistrati non è per nulla prescritto o in via di prescrizione. Per il Pm non è plausibile la ricostruzione della Cassazione nel processo gemello, secondo la quale il reato risale all'11 novembre 1999 ma lo fa risalire al febbraio 2000 allungando i tempi di prescrizione.