Processo Mediaset, secondo un audio il verdetto su Berlusconi “fu pilotato”. Cassazione smentisce
Dopo le polemiche che si sono alzate attorno al processo per frode fiscale sui diritti Mediaset, che costò il seggio da senatore a Silvio Berlusconi, è intervenuta la Cassazione: "Non fu un verdetto pilotato" quello emesso dai giudici il primo agosto del 2013, ben sette anni fa. Le fonti della Corte si riferiscono alle parole pronunciate dal relatore in Cassazione, il magistrato Amedeo Franco, scomparso lo scorso anno, in una registrazione audio riportata dal Riformista. Secondo Franco quel processo fu "un plotone d'esecuzione".
Parole che Franco pronunciò nel 2013 in un incontro, dopo la sentenza di condanna, con Berlusconi e alcuni testimoni, uno dei quali registrò la conversazione. "Berlusconi – dice Franco – deve essere condannato a priori perché è un mascalzone! Questa è la realtà… A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… L'impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall'alto".
"In effetti hanno fatto una porcheria perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? – continua Franco – Voglio dirlo per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero… Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo". E ancora: "Sussiste una malafede del presidente del Collegio, sicuramente", sostenendo la tesi secondo cui il magistrato Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che emise la sentenza di condanna del 2013, sarebbe stato "pressato", perché il figlio, anch'egli magistrato, era indagato dalla Procura di Milano per "essere stato beccato con droga a casa di…".
Ora la Cassazione smentisce tutto: "Non risulta che il consigliere Amedeo Franco abbia formalizzato alcuna nota di dissenso", ha replicato in una nota. "La motivazione della sentenza è stata sottoscritta da tutti e cinque i magistrati componenti del collegio, quali coestensori della decisione".
Quindi ricostruisce la cronologia della fissazione dell'udienza del processo sui diritti Mediaset, affermando che non solo il fascicolo venne assegnato a un collegio già costituito ben prima dell'arrivo del faldone da Milano, ma anche che la decisione fu presa in piena concordia dal collegio e che non venne depositata "alcuna busta" con la ‘dissenting opinion'.
"Con riferimento alle notizie di stampa relative alla fissazione presso la Corte di Cassazione, del processo nei confronti di Frank Agrama + 3 che vedeva come imputato anche l'onorevole Silvio Berlusconi, si precisa che i ricorsi vennero iscritti presso la cancelleria centrale della Corte il 9 luglio 2013, dopo l'arrivo del relativo carteggio della Corte di Appello di Milano che in data 8 maggio 2013 aveva pronunciato la sentenza oggetto di impugnazione", ha detto la Suprema Corte.
"In ragione della rilevata urgenza dovuta all'imminente scadenza del termine di prescrizione dei reati durante il periodo feriale, il processo, in ossequio alle previsioni di cui alla legge n.742 del 1969 ed alle relative previsioni tabellari, venne assegnato alla Sezione feriale, e quindi ad un Collegio già costituito in data anteriore all'arrivo del fascicolo alla Corte di Cassazione, dunque nel pieno rispetto del giudice naturale precostituito per legge".
Durissima la presa di posizione, di Ferdinando Esposito, Presidente della sezione feriale della Cassazione che emise la sentenza di condanna nell'agosto 2013, secondo cui le notizie di presunte pressioni sono "Gravissime e diffamatorie insinuazioni". Esposito fa sapere di non avere subito "in alcun modo, pressioni né dall'alto né da qualsiasi altra direzione".
Sulla vicenda è intervenuto anche uno dei difensori del Cavaliere, Franco Coppi: "Sono sempre stato sorpreso da quella sentenza. Una decisione che andava contro la giurisprudenza. Franco è sempre stato considerato come un giudice preparato e un galantuomo. È evidente che si sia trovato in minoranza in camera di consiglio, una camera di consiglio dove, a sentire lo stesso relatore, non ci fu neanche discussione".
Lega e FdI in difesa di Berlusconi
"Contro Berlusconi un complotto, la legge sembra non essere uguale per tutti" ha commentato Matteo Salvini, a margine della presentazione del libro ‘Stelle Cadenti' di Annalisa Chirico, alla Casina Valadier. "La richiesta di nominare Berlusconi senatore a vita? Mi sembra fondata", ha aggiunto, commentando la proposta di Licia Ronzulli (Forza Italia), che appresa la notizia questa mattina ha detto: "Deve essere risarcito politicamente, attraverso la nomina a senatore a vita, visto che attraverso questa sentenza taroccata è stato estromesso dal Senato".
"Fa rabbrividire l'idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno", ha scritto Giorgia Meloni, che ha espresso a Salvini solidarietà. Il Pd non ha commentato. L'unico esponente della maggioranza a commentare è Matteo Renzi: "È doveroso fare chiarezza su ciò che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente".