Processo Giulio Regeni, anche Matteo Renzi e il presidente egiziano al Sisi chiamati a testimoniare
Al processo per l'omicidio di Giulio Regeni dovranno testimoniare anche Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Marco Minniti e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Questi almeno sono i nomi che le parti hanno inserito nelle loro liste, depositate oggi. Il processo inizierà domani, martedì 20 febbraio. È la prima udienza da quando, lo scorso settembre, la Corte costituzionale ha stabilito che i quattro agenti dei servizi segreti egiziani imputati per la morte di Regeni possono essere processati anche se gli atti dell'indagine non gli sono stati notificati. Si tratta di Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif.
Al processo, anche la presidenza del Consiglio sarà parte civile, come già dichiarato durante l'udienza preliminare. Le accuse rivolte ai quattro uomini sono, a vario titolo, di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato ai danni dello dottorando italiano che fu ucciso al Cairo e ritrovato il 3 febbraio 2016. L'udienza si svolgerà davanti alla prima Corte d'Assise di Roma.
Come detto, oggi le parti coinvolte nel procedimento hanno depositato le liste dei testi che intendono chiamare a testimoniare. Tra i nomi menzionati nelle liste ce ne sono anche alcuni molto noti. Spicca, ad esempio, quello dell'attuale presidente della Repubblica egiziana, Abdel Fattah al Sisi, che era già alla guida del Paese nel 2016. Sarà poi convocato anche Matteo Renzi, all'epoca presidente del Consiglio. Renzi era anche stato ascoltato nel 2020 dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Regeni.
L'intenzione è di convocare anche Paolo Gentiloni e Marco Minniti, che nel governo Renzi erano rispettivamente ministro degli Esteri e responsabile dell'autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, ovvero referente per i servizi segreti. Si chiede la testimonianza anche di altre tre persone che hanno guidato i servizi segreti negli anni successivi, oltre all'ex segretaria generale del ministero degli Esteri Elisabetta Belloni, che a sua volta è poi stata direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Infine, nelle liste c'è il nome dell'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi. In passato, Descalzi è stato accusato per le sue parole sull'Egitto dalla segretaria del Pd Schlein, che aveva chiesto: "Tra le cose da ‘dare [all'Egitto, ndr] per ricevere [forniture di energia, ndr]' è considerata anche l’impunità dei torturatori e degli assassini di Giulio Regeni?".