Processo depistaggi, Presidenza del Consiglio e Viminale responsabili civili: accolta richiesta figli Borsellino
È stata sciolta questa mattina, al Tribunale di Caltanissetta, la riserva sull'ammissione delle parti civili nell'udienza preliminare dinanzi al gup nisseno per i quattro poliziotti accusati di depistaggio per aver dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo sul depistaggio delle indagini sullastrage di via D'Amelio, in cui perse la vita il giudice Borsellino.
I quattro poliziotti coinvolti sono Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, gli stessi che fecero parte del pool investigativo "Falcone Borsellino", difesi dagli avvocati Giuseppe Panepinto, Giuseppe Seminara e Maria Giambra. Per loro il procuratore Salvatore De Luca e il sostituto Maurizio Bonaccorso hanno già sollecitato il rinvio a giudizio.
Solo i figli del giudice Paolo Borsellino, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Greco e Fabio Trizzino, sono parte civile al processo. Questa la decisione del gip del tribunale di Caltanissetta David Salvucci che ha citato la presidenza del Consiglio e il ministero dell'Interno quali responsabili civili. Rigettate tutte le altre richieste avanzate dai parenti delle vittime della strage di via D'Amelio e da Antonio Vullo l'unico superstite della strage. Rigettata anche quella di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino. L'udienza preliminare è stata rinviata a novembre per l'inizio della discussione da parte del pm Maurizio Bonaccorso.
Se saranno condannati i quattro poliziotti, come ricorda Salvo Palazzolo su Repubblica, per i risarcimenti ne risponderanno anche il ministero dell'Interno e la presidenza del Consiglio dei ministri, da cui dipendono i servizi segreti. Nell'ultima udienza erano state depositate le richieste di costituzione di parte civile e diversi avvocati avevano appunto chiesto la citazione, come responsabili civili, della Presidenza del consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno. Oggi giudice dell'udienza preliminare ha accolto la richiesta degli avvocati dei figli di Paolo Borsellino.
Lo scorso 11 luglio l'avvocato Trizzino, legale e marito della figlia del giudice Borsellino, aveva spiegato così la richiesta: "A scanso di equivoci, la citazione del responsabile civile nell'odierna udienza preliminare da parte dei figli del giudice Borsellino, costituisce un atto tecnico dovuto. Nessuna implicazione di tipo politico. Anzi, su questo fronte, colgo l'occasione per ringraziare l'attuale governo e la Presidente (della Commissione antimafia ndr) Chiara Colosimo perché sono stati gli unici che, finalmente, hanno dato la possibilità ai figli del giudice Borsellino di rappresentare dinanzi alla Commissione nazionale antimafia, la tragica e terribile vicenda riguardante il loro congiunto", ha scritto sui social l'avvocato Trizzino.