Processo Breve: il ddl alla Camera il 28 marzo
Recentemente rinviato, sarà invece presto all’ordine del giorno alla Camera il ddl sul processo breve, in questi giorni sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Giustizia. La data è prevista per il 28 marzo secondo quanto emerso dalla consulta dei capigruppo della Camera e dalle dichiarazioni di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.
In effetti, soltanto ieri il ministro della Difesa, Alfano, aveva definito ancora remota la calendarizzazione del processo breve. Tergiversa Chicchitto quando gli vengono richieste le motivazioni di un cambio così repentino di opinioni: “Noi ieri non abbiamo annunciato nulla in modo formale. Ieri era una cosa assolutamente aperta e problematica”.
Reazioni concitate quelle dell’opposizione e di buona parte della magistratura: il rischio, infatti, è quello che il decreto possa cancellare processi per reati gravissimi puniti con l’ergastolo. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha così commentato la decisione:
Il combinato disposto di questo testo con quello votato la scorsa settimana a Montecitorio, che impedisce il rito abbreviato per i reati puniti con l'ergastolo, determinerà un allungamento consistente di quei processi che rischiano così di incappare nella tagliola della prescrizione processuale.
A puntellare tali affermazioni, la dichiarazione del capogruppo dell’Idv, Donadi che ha affermato
Il processo breve è il tentativo di cancellare con un colpo di spugna i processi a carico di Silvio Berlusconi. Avrebbe come effetto collaterale l'estinzione di centinaia di migliaia di processi. Siamo assolutamente contrari a quest'amnistia mascherata per migliaia di pericolosi criminali.
Insomma, il sospetto del centrosinistra, peraltro non troppo vago, è che si tratti dell’ennesimo provvedimento atto a salvaguardare Berlusconi, ostacolando i processi a suo carico.
Il procuratore generale di Napoli, Carlo Alemi, e quello di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, soltanto ieri avevano evidenziato che il ddl di riforma della giustizia avrebbe comportato il rischio di prescrizione per processi come Calciopoli e per molti processi di mafia. Infine, sul ddl è contraria anche la Corte dei Conti: in particolare, le critiche mosse al decreto riguardano la fissazione di una durata massima che potrebbe significare un “ostacolo alla lotta contro la corruzione” secondo quanto affermato dal procuratore generale Mario Ristuccia.