Pro Vita aprono ‘succursale’ a Strasburgo: così vogliono orientare le politiche Ue su aborto e diritti Lgbt
I Pro Vita fanno un salto di qualità e arrivano a Strasburgo. Mentre la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presentava in Parlamento la sua nuova squadra di commissari, una delegazione di Pro Vita e Famiglia annunciava l'inaugurazione del nuovo dipartimento della onlus, con lo scopo, scrive la stessa organizzazione di "monitorare, denunciare e contrastare i progetti normativi e ogni iniziativa promossa dalle istituzioni dell'Ue contro la vita, la famiglia e la libertà educativa dei genitori". Praticamente l'ennesimo assalto anti Lgbt, contro il diritto d'aborto e contro la famigerata "teoria gender". Un innalzamento del livello dello scontro, con una dichiarazione di guerra alle politiche progressiste dell'Europa, nel tentativo di bloccare qualsiasi avanzamento nel campo dei diritti.
Il nuovo dipartimento, spiegano sempre dalla onlus, sarà dotato di risorse umane e figure professionali specializzate nel funzionamento delle procedure legislative dell'Ue. Farà dossier tematici "per informare e orientare il voto dei parlamentari europei, suggerendo strategie e argomenti per disinnescare proposte ideologiche e promuovere iniziative a tutela della vita umana, della famiglia e della sana educazione dei minori".
La ‘succursale' europea dei Pro Vita si pone anche come punto di incontro tra associazioni prolife europee di diversi paesi e parlamentari che durante la campagna elettorale per le ultime europee hanno firmato il ‘Manifesto per la tutela e la promozione della vita, della famiglia e della libertà educativa in Unione europea', con il quale si sono impegnati a "contrastare l'introduzione dell'aborto come ‘valore comune' nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea"; a "sostenere la famiglia" intesa come "unione tra uomo e donna fondata sul matrimonio e custode della vita nascente"; a "contrastare la pratica dell'utero in affitto" e "l'ideologia gender"; "difendere le famiglie dalle politiche ‘green' fondate sull'ambientalismo ideologico anti-umano e anti-natalista"; e ancora "contrastare iper-sessualizzazione e iper-digitalizzazione dei minori", in particolare promuovendo politiche e programmi che "proteggano l'infanzia da messaggi iper-sessualizzati diffusi dai media e dalla pubblicità".
Tra i firmatari del manifesto, presenti all'incontro dello scorso martedì a Strasburgo, ci sono gli eurodeputati di Ecr Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, e rappresentanti della Lega e gruppo dei Patrioti per l'Europa Paolo Borchia, Susanna Ceccardi e Roberto Vannacci.
"Quello con alcuni Eurodeputati è stato un incontro conoscitivo molto proficuo in cui abbiamo condiviso l'obiettivo di collaborare per arginare le spinte ideologiche della sinistra radicale in Parlamento e in seno alla Commissione Europea, promuovendo iniziative politiche di sostegno alla vita e alla famiglia anche per rispondere al tragico inverno demografico che sta segnando il declino del nostro continente. Abbiamo chiesto ai presenti di trovare le convergenze politiche più larghe possibili all'interno del Parlamento Europeo, perché sulla difesa della vita e della famiglia non possono valere pregiudiziali di presentabilità", ha spiegato Antonio Brandi, presidente di Pro vita & Famiglia, anche lui presente alla riunione a Strasburgo.
Secondo la responsabile Libertà & Diritti di Sinistra Italiana Marilena Grassadonia si tratta di un'iniziativa allarmante, che dimostra come l'associazioni anti-scelta stiano cercando di fare in Europa quello che già fanno in Italia, dove si sono introdotte con un'azione capillare nelle scuole e nei consultori. "Ormai da più di 10 anni hanno iniziato questa crociata ideologica contro tutto ciò che è reale nella società, contro qualsiasi tipo di autodeterminazione, sia da parte delle donne sia da parte delle persone lgbtqia+. Vogliono imporre il loro pensiero totalmente scardinato dalla realtà, condizionando le scelte delle persone", ha detto a Fanpage.it.
"Si stanno sempre più accreditando all'interno delle istituzioni, come denunciamo da tempo, ma non solo attraverso relazioni amicali, ma con incarichi assunti in prima persona. Basti ricordare che il leader del Family Day Massimo Gandolfini, voluto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, è consulente del Dipartimento per le politiche antidroga. E personaggi come Roccella e Pillon sono sempre stati molto vicini a questi movimenti. Quindi gli anti-scelta non solo stanno facendo un'azione culturale e di pressione, ma sono entrati all'interno delle istituzioni. E per fare paura ai cittadini che non approfondiscono questi temi si sono inventati l'ideologia gender, si sono inventati che le associazioni lgbtqia+ vogliono entrare nelle scuole per far cambiare sesso ai ragazzi. Stanno continuando ad alzare l'asticella. Fino a qualche anno fa pensavamo fosse impossibile che associazioni o rappresentanti politici potessero fare una battaglia contro l'aborto, oggi sta accadendo. Faranno di tutto per condizionare i rappresentanti europei, spingendoli a posizionarsi sui loro temi".
"Hanno capito che per cambiare le cose dovevano polarizzare il tema, facendo in modo che i partiti di destra reazionari e conservatori sposassero in pieno la loro linea. Per cui oggi Lega e Fratelli d'Italia fanno a gara per accaparrarsi queste idee, per poter dire che hanno inserito nei loro programmi elettorali i manifesti delle associazioni anti-scelta. Questo è il passaggio cruciale: ormai quelli che prima erano considerati messaggi e narrazioni deliranti, oggi li troviamo all'interno dei programmi dei partiti di destra. C'è stato un salto di qualità nel loro progetto. Su questi temi oggi più mai è necessario che la sinistra si schieri e si posizioni in modo molto chiaro", ha sottolineato Grassadonia.