Primo ok in Senato al ddl Nordio: il testo elimina il reato di abuso d’ufficio
L'Aula del Senato ha approvato questa sera il ddl Nordio sulla giustizia. I voti favorevoli sono stati 104, quelli contrari 56 e nessun astenuto. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.
Il disegno di legge, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno, aveva iniziato il suo esame in commissione Giustizia il 2 agosto. Tra settembre e ottobre si è svolto un ciclo di audizioni sul provvedimento. Mentre i voti sugli emendamenti si sono svolti a gennaio: la commissione Giustizia al Senato ha apportato poche modifiche al testo.
Il via libera di Palazzo Madama al testo è "l'inizio della fine di un periodo oscuro per la Giustizia italiana, che ha visto molto spesso sul banco della opinione pubblica persone completamente estranee alle indagini, delegittimate, offese e compromesse nella loro carriera per ragioni che si sono rivelate infondate", ha detto il Guardasigilli Carlo Nordio, conversando con i giornalisti dopo l'ok dell'Aula al ddl di riforma della Giustizia. "È un momento importante per la riforma complessiva della Giustizia, che in questo momento viene siglata da un ramo del parlamento. Attendiamo la seconda con fiducia", ha aggiunto.
Le novità del ddl Nordio
Il provvedimento che ha ottenuto il primo ok al Senato prevede tra le altre cose la cancellazione dell'abuso d'ufficio, previsto dall'articolo 323 del codice penale, la modifica del reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e una serie di novità sulla custodia cautelare.
Uno degli interventi più attesi è l'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Un'idea sostenuta dal ministro Nordio, convinto che il reato sia causa della cosiddetta ‘paura della firma' che blocca l'attività dei sindaci e dei funzionari pubblici
Il ddl interviene anche sul traffico di influenze illecite, che viene limitato a condotte particolarmente gravi, con aumento delle pene previste, che vanno da un anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi, e con la previsione di non punibilità se l'autore collabora con la giustizia.
C'è poi l'intervento per limitare la pubblicazione delle intercettazioni, e la tutela dei terzi non coinvolti nelle indagini. La pubblicazione è infatti possibile solo quando il contenuto intercettato finisca agli atti del processo e il giudice è tenuto a stralciare, oltre ai dati personali sensibili, anche quelli relativi a soggetti diversi dalle parti, a meno che non siano rilevanti per le indagini. Per tutelare anche la libertà e la segretezza delle comunicazioni tra difensore e indagato è esteso il divieto di acquisizione da parte dell'autorità giudiziaria anche ad ogni altra forma di comunicazione diversa dalla corrispondenza.
Il testo poi interviene sulla richiesta di custodia cautelare in carcere, con l'interrogatorio preventivo della persona sottoposta alle indagini preliminari, e la decisione collegiale per la custodia in carcere, infine esclude il potere del pm di proporre appello contro le sentenze di proscioglimento per molti reat