Primarie Pdl: si vota il 16 dicembre, 10mila firme per candidarsi
Dopo i dubbi dei giorni scorsi sembra ormai certo il ricorso alle primarie da parte del Pdl per scegliere il candidato Premier alle prossime elezioni politiche. Questa mattina, infatti, presso la sede del Popolo delle libertà in via dell'Umiltà a Roma si è svolta la prima riunione del tavolo di discussione che dovrà esaminare e proporre le regole per le primarie del Pdl che saranno poi approvate definitivamente da un Ufficio di presidenza già convocato per il prossimo 7 novembre. Presenti i vertici del partito tra cui Polverini, Scajola, Gasparri, Lupi, Formigoni e Santanché che già ha avanzato la sua candidatura. Come ci spiega il governatore della Lombardia su twitter, per le consultazioni confermata la data del 16 dicembre, come già anticipato dal segretario del partito Angelino Alfano, e stabiliti alcuni punti fondamentali.
Primarie di partito ma aperte – Nonostante nella sua relazione introduttiva Alfano avesse chiesto consultazioni il più possibile aperte "per coinvolgere il maggior numero di cittadini dando un concreto segnale di rilancio del partito", alla fine si è trovata una soluzione di compromesso. Saranno primarie di partito e non di coalizione anche se aperte ai non iscritti. Per candidarsi infatti si dovranno raccogliere entro un mese prima delle consultazioni, cioè entro il 16 novembre, almeno 10mila firme raccolte in cinque regioni diverse. Nel dettaglio serviranno almeno duemila firme in ogni regione. Il vincitore finale sarà chi avrà ottenuto più voti, ma non potrà scendere sotto una soglia di sbarramento ancora da decidere, intorno al 30-40% dei voti, altrimenti si andrà al secondo turno tra i due candidati che hanno avuto più preferenze.
I dubbi sul doppio incarico di Alfano – Sulla stessa linea del Pd, chi vota dovrà sottoscrivere un documento di valori e versare un contributo ancora da fissare ma probabilmente di 2 euro. Come precisa sempre Formigoni le primarie del Pdl stabiliranno solo il candidato premier e non il leader del partito che dovrà essere diverso. A questo punto si pone il problema di Alfano che già si è candidato."E' chiaro che se vince Alfano dovrà lasciare l'incarico da segretario, non ne abbiamo parlato, ma vale questa logica" ha detto Formigoni , ma su questo punto non sembra ci sia accordo visto che sia il presidente dei senatori che quello dei deputati del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, hanno risposto: "Assolutamente no, perché mai?