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Primarie PD: il nulla oltre Renzi e Bersani (per ora…)

Aggiornamenti sulla questione primarie: Rosy Bindi non si candida, Civati non parla prima del 6 ottobre. E intanto Renzi (al day 8) scivola sui manifesti abusivi…
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Direzione-Partito-democratico

Mentre la politica nazionale continua a fare i conti con lo scandalo del Consiglio regionale del Lazio e mentre persino Mario Monti si è visto costretto a sollecitare il Parlamento sul ddl anticorruzione, il Partito Democratico resta nelle sabbie mobili della questione primarie. Una grana che rischia di lacerare il partito e che certamente non contribuisce a restituire l'immagine di una forza di governo responsabile e con un progetto condiviso in grado di guidare il Paese fuori dal pantano. Avranno pur ragione gli esponenti democratici, i quali a vario titolo parlano di "prova di democrazia" e segnale di vitalità, ma l'impressione di fondo è quella di un ennesimo pasticcio, con l'assenza di certezze su date, regole, candidature e "implicazioni future". Questioni note da tempo, che saranno solo in parte chiarite nell'assemblea nazionale del 6 ottobre.

"Fino all'Assemblea del 6 ottobre non dico nulla: aspetto le regole". Parole di Pippo Civati, impegnato nella raccolta delle firme dei 6 referendum PD e ancora "indeciso" sul da farsi: "Mi impegno a ridurre oltre al numero dei parlamentari anche quello dei candidati alle primarie (sulla possibilità di appoggiare Laura Puppato, ndr) […] Non capirei se ci fossero in gara per la premiership del centrosinistra Bersani, Renzi e 12 candidati del PD". La questione dirimente è sempre quella delle regole, come sottolinea sempre il consigliere regionale della Lombardia nella breve intervista a Repubblica: "E' assurdo che siano i comitati di Bersani e Renzi, cioè dei due sfidanti certi, a scriverle". Nulla da dire, non fosse altro che la candidatura di Civati potrebbe realmente sparigliare il campo, catalizzando le attenzioni di tanta parte dei militanti democratici che, pur critici nei confronti della reggenza bersaniana, non si riconoscono nella proposta politica (e culturale) del rottamatore fiorentino.

Invece è arrivata una prima schiarita sul fronte della candidature: Rosy Bindi non sarà della partita ed il suo impegno sarà per Pierluigi Bersani. Che sia una "scelta dovuta, quasi obbligata", come commentano i più, o un segnale di distensione verso Bersani, è indubbio che tale scelta rappresenti l'ennesima dimostrazione di quanto lo scontro sia polarizzato. Da una parte Bersani, impegnato in una complicatissima trattativa sulla riforma elettorale, dall'altra Matteo Renzi, il cui camper ha già percorso quasi 3000 chilometri. Da segnalare un piccolo scivolone dello staff, costretto a scusarsi dopo la segnalazione dei Radicali sulle affissioni abusive dei manifesti che annunciavano l'arrivo nella Capitale del Sindaco di Firenze. Un piccolo incidente di percorso che non sembra però rallentarne la corsa: gli ultimi sondaggi parlano infatti di un testa a testa con il compagno, pardon, l'amico Pierluigi. L'unica (quasi) certezza di queste ore.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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