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Primarie Pd di Napoli inquinate dalla Camorra? Intervista a Andrea Orlando

La DDA di Napoli indaga sulle possibili infiltrazioni della camorra nelle consultazioni primarie del Partito Democratico a Napoli, da cui uscì vincitore Andrea Cozzolino. Ora gli inquirenti sospettano che nei seggi dell’area nord ci sia stata compravendita di voti gestita dal clan Lo Russo. Ecco il giudizio del commissario del Pd, Andrea Orlando.
A cura di Alessio Viscardi
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L'europarlamentare Andrea Cozzolino, vincitore delle primarie PD

Napoli non è una città normale e le regole della democrazia sono difficili da applicare alla fitta rete di commistioni tra mala-politica e criminalità organizzata. Così, anche in una delle massime espressioni della partecipazione democratica come le primarie del Pd si allunga l’ombra della camorra. In realtà, le accuse di brogli elettorali si erano levate già all’indomani della vittoria di Andrea Cozzolino, il delfino di Antonio Bassolino già potente assessore regionale nella sua Giunta e attuale europarlamentare del Partito Democratico. Lo scontro feroce tra il vincitore e i soccombenti Nicola Oddati e Umberto Ranieri costringe la dirigenza di Roma a inviare il commissario Andrea Orlando per mettere ordine in quello che divenne per mesi l’emblema della fragilità della sinistra napoletana, coltivando quel malcontento che permise a Luigi De Magistris di sconfiggere l’armata messa in campo dal centro-destra alle elezioni comunali 2011 e diventare – contro ogni aspettativa – il nuovo sindaco del capoluogo partenopeo.

Il primo atto di Andrea Orlando giunto a Napoli fu quello di annullare l’esito delle primarie, ufficialmente per lo scontro interno tra i contendenti e non per le accuse di brogli e di inquinamento del voto da parte della camorra che erano giunte da alti esponenti del partito, come l’ex-segretario provinciale Nicola Tremante. D’altronde, lo stesso commissario Orlando ai microfoni di Fanpage.it ricorda: “Fummo noi a chiedere al procuratore capo Lepore di fare chiarezza sulle primarie, mettendo a disposizione tutti i documenti. Ma allora, la procura giudicò che non vi fossero gli estremi per sospettare che la criminalità avesse avuto un ruolo nell’esito elettorale”.

Andrea Orlando sulle primarie del Pd a Napoli

Infiltrazioni della camorra nelle consultazioni pre-elettorali del Partito Democratico di Napoli. Secondo il commissario del Pd Andrea Orlando, inviato in città dopo il caos successivo alla vittoria dell'europarlamentare Andrea Cozzolino, la colpa è di un partito debole che nel capoluogo partenopeo "non è mai nato"

Invece, da recenti indagini sull’infiltrazione della camorra nel comune di Gragnano – amministrato dal centrodestra – è spuntato il nome di un personaggio chiave che il 23 gennaio scorso avrebbe inquinato anche il voto nei seggi dell’area nord di Napoli, in particolare quelli di Miano e Secondigliano. Una vergogna dolorosa per il Partito Democratico, quella delle primarie in cui l’affluenza alle urne fu da record: si calcolò che in alcuni quartieri della città si era espresso un voto ogni 29 secondi, nonostante fosse domenica e nonostante la sera stessa giocasse la squadra del Napoli. Dopo la disfatta, il centrosinistra decise di calare dall’alto la nomina del prefetto Mario Morcone: il risultato fu un disastro alle urne, dove furono Luigi De Magistris e Gianni Lettieri a raggiungere il ballottaggio.

La DDA di Napoli ora ha acquisito gli elenchi in cui sono stati segnati i nomi dei 44 mila votanti, l’ipotesi di reato è che il clan Lo Russo abbia favorito uno dei candidati a seguito di accordi che avrebbero previsto la spartizione di appalti pubblici e nomine in consigli di amministrazione. Questo sarebbe accaduto nei seggi di Secondigliano, dove Andrea Cozzolino stra-vinse con 1200 preferenze, stracciando il risultato raggiunto dal grande favorito Umberto Ranieri, fermo a soli 364 voti.

Ma che sia proprio Cozzolino ad aver inquinato le primarie non è detto, stando anche a quanto scritto nel libro “Emozioni primarie” di Massimo Cerullo e Lucio Iaccarino – in cui si racconta di una telefonata tra Oddati e Ranieri che avrebbero deciso di scambiarsi i voti per impedire la vittoria proprio del delfino di Bassolino attraverso la riscrittura di verbali e schede elettorali.

La camorra secondo la DDA avrebbe intimidito i cittadini fuori dai seggi, corrotto scrutatori e pagato somme di denaro in cambio di voti. Intanto, i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata – da cui è partita l’inchiesta – hanno cominciato a sentire le “persone informate sui fatti”, primo tra tutti l’ex-segretario provinciale del Pd di Napoli, Nicola Tremante, che fin dalla giorno dopo la chiusura dei seggi aveva denunciato pubblicamente l’ingerenza della malavita nelle consultazioni del Partito Democratico. Per quelle sue dichiarazioni, subì l’aggressione dei sostenitori di Andrea Cozzolino che lo assediarono nella sede napoletana del Partito.

Agli inquirenti, Tremante ha riassunto quello che già aveva denunciato pubblicamente: voto comprato, esponenti della camorra e elettori di centrodestra pagati per far vincere un determinato candidato. L’aggiunto procuratore Rosario Cantelmo, che coordina le indagini, non ha ancora accusato nessuno degli alti esponenti del Pd di aver avuto un ruolo in questo mercato del voto. Una piaga dolorosa che brucia ancora nei militanti del partito ogni qualvolta riguardano i video dei cinesi in coda per votare.

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