Primarie Pd, dem divisi sull’ipotesi di votare anche online, rilanciata da Elly Schlein
La possibilità di svolgere le primarie anche online divide il Partito Democratico. Il nuovo segretario dei dem, che prenderà il posto di Enrico Letta, potrebbe essere votato non più il 19 febbraio ma il 26, per distanziare l'appuntamento dalle elezioni regionali in Lazio e Lombardia: la chiamata al voto nei circoli, che in un primo momento è stata fissata tra il 27 gennaio e il 12 febbraio, potrebbe slittare, e di conseguenza anche la convocazione ai gazebo per le primarie.
Bisognerà comunque attendere la direzione Pd, fissata per mercoledì 11 gennaio nel giorno in cui si ricorda la scomparsa di David Sassoli, a decidere sul nuovo calendario che scandirà il percorso dei dem.
I candidati che aspirano al posto di leader del partito sono in quattro (la candidatura del bergamasco Antonio Guizzetti è poco concreta, in mancanza delle 4000 firme necessarie):Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo.
Intanto una nuova questione spacca il partito: si tratta della possibilità, rilanciata da Elly Schlein, di consentire il voto online. Il governatore Stefano Bonaccini, secondo i sondaggi il favorito nella partita, non sarebbe d'accordo.
Voto online alle primarie: chi è a favore e chi è contro
"Delle regole si occuperà la commissione preposta, io sono qua a parlare di lavoro, di ambiente, di sanità di scuola, di Mezzogiorno. Preferisco occuparmi dei problemi delle persone in carne e ossa", ha detto questa sera Stefano Bonaccini da Lecce, rispondendo a una domanda sulla questione.
Frena anche Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente nazionale della mozione Bonaccini: "Nessuna paura di perdere" e "in linea di principio nessuna contrarietà al voto online, ma dobbiamo essere seri: non possiamo cambiare le regole del gioco in pieno congresso. È come se a fine primo tempo della finale dei Mondiali di calcio si decidesse di non fischiare più il fuorigioco nel secondo tempo", ha detto in un'intervista a Repubblica, che pone anche una questione di "scarsa trasparenza o malfunzionamenti": "Se una piattaforma per il voto online si costruisce con un'organizzazione e un sistema a prova di bomba può essere un valore aggiunto. Ma non ora, a pochi giorni dal voto: si umilierebbero gli iscritti".
"La proposta di fare le primarie anche on line è coerente con la storia del Pd e viene da Elly Schlein, che rappresenta la sinistra moderna", ha detto invece Francesco Boccia, coordinatore della mozione Schlein, in un'intervista al Fatto quotidiano. "Stiamo discutendo delle regole del congresso e l'obiettivo deve essere la massima partecipazione alle primarie".
"È evidente – ha spiegato Boccia – che la proposta prevede un voto aggiuntivo a quello dei gazebo e non alternativo, come già fatto con successo nelle amministrative a Torino, Roma, Bologna e in Sicilia. Paradossalmente quel voto sarebbe più sicuro e certificato, perché si potrebbe votare solo dopo una pre-iscrizione in una data condivisa, e tutto sarebbe fatto con Spid. Non vedo davvero il problema".
"A me le primarie online piacciono", ha affermato Pierfrancesco Majorino, "si devono solo identificare le regole che facciano in modo che quel voto non sia contestabile".
"Il voto online non garantisce né certezza su chi realmente digita il voto, né riservatezza sulla scelta dell'elettore: modalità digitali di voto si prestano a manipolazioni e a interferenze di cui abbiamo molti esempi", ha detto invece Piero Fassino.
I dem sono comunque divisi, tra favorevoli e contrari. I diversi schieramenti si spaccano su un articolo dello statuto del Partito Democratico. Il passaggio incriminato è l'articolo 12 che parla del voto delle primarie aperte, facendo riferimento alla registrazione online degli iscritti, da effettuare al momento del voto nei gazebo o nelle sezioni, e da trasmettere in tempo reale all'albo degli iscritti: "Gli elettori che partecipano alle primarie aderiscono all'Albo nazionale delle elettrici e degli elettori direttamente nelle sedi di seggio ed esclusivamente per via telematica e digitale. Tutti i seggi sono dotati dei supporti informatici adeguati per garantire la registrazione immediata e senza deroghe", si legge nel testo.
Ma poi viene aggiunto: "Il complesso delle regole congressuali viene stabilito con apposito regolamento votato nella prima Direzione di apertura del percorso, che dovrà anche prevedere la fattispecie delle deroghe all'esclusività della via telematica e digitale per le sedi di seggio". Ma la richiesta, durante la prima Direzione ad avvio del percorso congressuale, non c'è stata. Ed è per questo che Bonaccini sarebbe contrario al voto da remoto. Tra i sostenitori del voto digitale ci sarebbe buona parte della sinistra del partito.