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Primarie a Palermo, indagati due rappresentanti della lista di Ferrandelli (VIDEO)

Due rappresentanti della lista del candidato vincitore alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Palermo sono indagati dalla Procura del capoluogo siciliano per presunte attività illecite durante lo svolgimento delle elezioni.
A cura di Antonio Palma
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Due rappresentanti della lista del candidato vincitore alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Palermo sono indagati dalla Procura del capoluogo siciliano per presunte attività illecite durante lo svolgimento delle elezioni.

I primi risvolti delle polemiche sul risultato delle primarie del centrosinistra per la candidatura a sindaco di Palermo arrivano dalle indagini della procura di Palermo sulle presunte attività illecite durante lo svolgimento dell'evento. La Procura del capoluogo siciliano, che indaga dopo diverse segnalazioni, ha aperto un fascicolo a carico di due rappresentante di lista, marito e moglie, del candidato vincitore Fabrizio Ferrandelli, i due sono indagati per alcune attività dubbie svolte fuori dai seggi nel quartiere popolare dello Zen, per il momento l'ipotesi è di reati elettorali generici.

I carabinieri incaricati delle indagini vogliono vederci chiaro nel passaggio di mano di alcuni certificati elettorali svolti domenica prima e durante le elezioni, ma anche sulla disponibilità di schede precompilate. I militari ieri hanno sentito come persone informate dei fatti tutti quelli che erano presenti nel seggio in questione, scrutatori, responsabili e rappresentanti di lista dei quattro candidati che si sfidavano, Rita Borsellino, Davide Faraone, Antonella Monastra e appunto Fabrizio Ferrandelli. Secondo alcuni testimoni nel corso delle votazioni ci sono stati molti momenti di confusione in cui si sarebbero registrati degli strani movimenti di schede e soldi.

A finire tra gli indagati dunque Francesca Trapani e suo marito rappresentante della lista di Ferrandelli presenti domenica nel gazebo preparato in via Rocky Marciano, nel quartiere Zen di Palermo. Secondo alcuni testimoni la donna avrebbe consegnato certificati e l'euro obbligatorio per votare a molte persone giunte presso la postazione per poi dialogare a lungo con loro. I carabinieri di Palermo hanno effettuato delle perquisizioni e sequestrato diverso materiale e documentazione e ora si attendono risvolti. Anche se le primarie per la legge italiana non sono vere e proprie elezioni ma una consultazione interna, la Procura teme che la loro manipolazione possa influire direttamente sulle elezioni amministrative in programma a maggio.

Ferrandelli nonostante l'amarezza per il momento ostenta sicurezza, "sono sereno anzi sono contento,bene fa la magistratura a fare chiarezza" ha detto all'agenzia Agi il candidato vincitore. Certamente il nuovo caso non fa altro che riacutizzare i contrasti interni alla coalizione e agli stessi partiti, che mai come a Palermo si sono spaccati e ricomposti attraverso l'appoggio separato ai vari candidati e che dopo il risultato finale ancora non si decidono a concludere la lotta interna.

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