Prezzo benzina, il governo ha chiesto alla Guardia di Finanza di fare più controlli ai distributori
Il governo ha già chiesto alla Guardia di Finanza di monitorare la situazione dei distributori di carburante, e di effettuare dei controlli per avere dei risultati che verranno resi noti la prossima settimana. Lo ha confermato ad alcune agenzie di stampa il ministero dell'Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, che intende così evitare possibili speculazioni sul prezzo di benzina e diesel nelle strade e nelle autostrade, cresciuto molto nell'ultima settimana.
I prezzi del carburante sono cresciuti improvvisamente di circa 18 centesimi a inizio anno, dopo che il governo Meloni ha deciso di ripristinare le accise che erano state tagliate dall'esecutivo di Mario Draghi. Negli ultimi giorni, questo aumento non si è fermato. Il Codacons ieri ha segnalato che, in autostrada, la benzina è arrivata a costare oltre 2,3 euro al litro, mentre il diesel ha sfiorato i 2,5 euro al al litro.
"I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo, e dopo lo stop al taglio delle accise si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, la cui entità non sembra in alcun modo giustificata dall'andamento delle quotazioni petrolifere – ha detto ieri il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Per tale motivo abbiamo presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini".
La risposta del governo è arrivata oggi. Il ministero dell'Economia ha fatto sapere che già da dicembre la Guardia di Finanza ha avuto mandato di monitorare la situazione. Si stanno effettuando dei controlli, quindi, per verificare se in alcuni i prezzi vengano ‘gonfiati' più del necessario. D'altra parte, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva detto nei giorni scorsi che se ci fosse stato "un eventuale sforamento dei 2 euro", si sarebbe trattato "solo di speculazione".
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha commentato: "Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c’è della speculazione in corso sulla benzina, ed è bene che la Finanza faccia dei controlli. Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 e altri a 2,40. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo".
La Guardia di Finanza lavora in coordinamento con il Garante per la sorveglianza dei prezzi, che fa riferimento al ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso. I risultati dovrebbero arrivare a breve: nei prossimi giorni ci si può aspettare un rapporto che comunichi gli esiti. Intanto, la Procura di Roma ha iniziato ad indagare sui rincari, anche quelli del carburante, per trovare eventuali speculazioni. Presto, poi, alle 104 Procure citate da Rienzi arriverà l'esposto del Codacons.
Un'operazione della Guardia di Finanza in questo ambito si era svolta anche l'anno scorso. A inizio giugno 2022 erano stati comunicati i risultati di 1320 controlli, effettuati nei primi cinque mesi dell'anno. Allora, erano state rilevate 690 violazioni: il 52,3% dei casi, poco più di uno su due. Va detto che le violazioni non riguardavano necessariamente un aumento illegale dei prezzi: si trattava anche di irregolarità come il mancato rispetto dell'obbligo di comunicare al ministero dello Sviluppo economico il costo alla pompa di benzina. In diversi casi, però, i controlli avevano fatto emergere frodi, manovre anticoncorrenziali o pratiche commerciali scorrette.