Presidi preoccupati per rientro a scuola in presenza, ma governo conferma: “Si torna il 10 gennaio”
Anche i presidi sono preoccupati per il ritorno in classe in presenza, previsto per il 10 gennaio, visto l'aumento dei contagi e considerando che specialmente tra i più giovani, è ancora alta la percentuale di non vaccinati. "Al ministro abbiamo ribadito che crediamo fermamente nella maggior efficacia della didattica in presenza rispetto a quella a distanza. Ma, proprio per questo, non sosteniamo acriticamente la retorica della ‘scuola in presenza’ a tutti i costi", ha detto Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale Presidi, al termine dell'incontro con il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Che ha poi aggiunto: "Il rischio concreto è quello di riprendere le attività didattiche in presenza senza i supporti necessari per fronteggiare un contesto pandemico sempre più difficile per la gestione del servizio".
Giannelli ha quindi chiesto al ministero di fornire "in tempo reale i dati effettivi sulle classi in didattica a distanza, sulle unità di personale sospeso, sul numero di dipendenti e di alunni in quarantena", in modo che le autorità sanitarie possano evidenziare "l’inclemenza del numero dei contagi soprattutto nella fascia di età degli studenti del primo ciclo ed è doveroso tenerne conto". I presidi si aggiungono quindi a quei governatori che già avevano lanciato l'allarme sui rischi dei ritorno in presenza il 10 gennaio. Ma il governo non è d'accordo e insiste per rispettare il calendario iniziale. Bianchi lo avrebbe ribadito anche all'incontro di oggi, dicendo che la scuola in presenza e in sicurezza resta la priorità. La data di rientro, insomma, resta la stessa e nessun rinvio è all'orizzonte per il momento.
"Non possiamo pensare a una ripresa delle lezioni in presenza senza un protocollo di gestione dei cluster più funzionale di quello attuale e che rispecchi, comunque, le nuove disposizioni di legge. Dubito che già dal 7 gennaio le scuole potranno avvalersi del supporto delle ASL per gestire la messa in quarantena secondo le nuove disposizioni, visto che questo non è successo quando il numero di contagi era molto inferiore a quello determinato dalla variante Omicron", ha proseguito Giannelli. Le Regioni, da parte loro, hanno presentato oggi al governo un documento con delle proposte per modificare le regole sulla quarantena. Nuove norme pensate in base all'età degli studenti, che farebbero scattare la didattica a distanza a seconda di casi diversi.