Presidente del Parlamento europeo Sassoli ricoverato per una “grave complicanza”: impegni annullati
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è ricoverato in ospedale in Italia dallo scorso 26 dicembre per il "sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario". Lo ha dichiarato in una nota il suo portavoce, Roberto Cuillo, spiegando anche che per questo motivo ogni attività ufficiale della presidenza dell'Europarlamento è stata cancellata.
Lo scorso settembre Sassoli era stato ricoverato all'Hôpital Civil di Strasburgo per una polmonite (ma era risultato negativo al test per coronavirus), ma le sue condizioni era sempre state buone. Tuttavia dopo quel ricovero ci sarebbe stata una ricaduta, dalla quale Sassoli si era comunque ripreso in tempo per partecipare alla Plenaria di fine novembre. Non è chiaro, invece, se riuscirà ad essere presente a quella prevista per la prossima settimana, proprio quando si dovrebbe votare il nuovo presidente del Parlamento Ue.
A dicembre, invece aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato per un nuovo mandato alla presidenza del Parlamento europeo. "Ringrazio per le tante sollecitazioni, ma ho deciso di non ricandidarmi alla presidenza del Parlamento europeo. Il fronte europeista rischierebbe di dividersi, e sarebbe andare contro la mia storia, le nostre convinzioni, le nostre battaglie. Non posso permetterlo", aveva scritto in un tweet. A metà gennaio sono previste infatti le votazioni di metà mandato e all'inizio della legislatura europea i Socialisti e democratici (S&D) e il Partito popolare europeo (Ppe) avevano deciso per una staffetta tra i loro esponenti. Tuttavia, le cose erano cambiate con la candidatura dei popolari di Roberta Metsola, figura nettamente conservatrice.
I socialisti e democratici, ad ogni modo, non dovrebbero presentare alcun candidato alle prossime votazioni per il presidente del Parlamento europeo.Una scelta che ti fa onore. La scelta di chi antepone l'interesse delle istituzioni alle proprie legittime ambizioni personali", aveva commentato il segretario del Partito democratico, Enrico Letta.