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“Preservativi e pillole gratis per tutti”: la richiesta dei ginecologi italiani al ministro Lorenzin

Una petizione lanciata dai ginecologi Marina Toschi e Pietro Puzzi chiede al ministro Lorenzin un provvedimento che permetta la diffusione di contraccettivi gratuiti per contrastare il fenomeno delle gravidanze indesiderate e delle malattie a trasmissione sessuale: “In Italia ci troviamo di fronte al paradosso che l’aborto è gratuito, mentre la pillola anticoncezionale è pagamento. Questo dovrebbe essere inaccettabile, perfino in un Paese cattolico”.
A cura di Charlotte Matteini
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Per contrastare il fenomeno delle gravidanze indesiderate e delle malattie a trasmissione sessuale, una petizione diffusa attraverso la piattaforma Change.org e firmata da 26mila persone chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin un provvedimento che permetta la diffusione di contraccezione gratuita. Molti giovanissimi sostengono di non usare profilattici o pillole contraccettive proprio a causa degli alti costi e in Italia al momento non esiste alcuna forma di contraccezione gratuita. Stando ai dati diffusi dalla Sigo, la società italiana di ginecologia e ostretricia, soltanto il 16% delle donne utilizza la pillola e il 42% delle ragazze sotto i 25 anni non ricorre ad alcun contraccettivo durante i primi rapporti sessuali.

Secondo i dati raccolti dall’équipe di Endocrinologia dell’Università di Padova diretta da Carlo Foresta, nemmeno l'utilizzo dei preservativi sarebbe così diffuso e "ormai 4 giovani su 10 non usano più il condom”. Proprio basandosi sull'analisi di questi dati, il Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole, fondato tra gli altri dalla vicepresidente di Agite, Marina Toschi, e dal ginecologo ospedaliero Pietro Puzzi, è stata lanciata la petizione diretta al ministro Lorenzin con la quale si chiede, in sostanza, che preservativi, spirali, pillole, anelli vaginali diventino gratuiti.

“Chiediamo a tutta la società civile, cittadine e cittadini, di far sentire la propria voce firmando il nostro appello. Le campagne pubbliche di informazione sulla fertilità lanciate negli ultimi anni si basano sul fondamento comune della procreazione responsabile, diritto che nel 2017 nessuno metterebbe mai in discussione in un Paese democratico. Tuttavia oggi in Italia il costo della contraccezione risulta troppo oneroso per tante donne, coppie e famiglie in condizioni di disagio economico, acuite dalla crisi. La concreta difficoltà di regolare la propria fertilità, programmando e distanziando adeguatamente le gravidanze, ma anche la scelta obbligata del contraccettivo meno adatto, hanno un evidente impatto negativo sulla salute fisica e psicologica di queste donne, accentuando ulteriormente i loro problemi economici e sociali”.

L’obiettivo è quello di arrivare a cinquantamila firme entro la seconda metà di gennaio e consegnare la petizione direttamente nelle mani del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “In Italia ci troviamo di fronte al paradosso che l’aborto è gratuito, mentre la pillola anticoncezionale è pagamento. Questo dovrebbe essere inaccettabile, perfino in un Paese cattolico”, ha commentato la proponente, Marina Toschi.

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