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Presentata la Zes unica per tutto il Sud, Meloni: “Così il Mezzogiorno potrà competere ad armi pari”

Si è conclusa la presentazione della Zona economica speciale (Zes) unica per tutto il Sud Italia. Così, per Meloni, il Mezzogiorno “potrà godere delle stesse opportunità di crescita e sviluppo: semplificazioni amministrative, benefici fiscali e un quadro coordinato di interventi e investimenti”.
A cura di Giulia Casula
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Si è conclusa a Palazzo Chigi la riunione per la presentazione del Piano strategico Zes unica, la Zone economica speciale unica per tutto il Sud Italia. "Oggi adottiamo un provvedimento fondamentale per l'Italia e che contribuirà a disegnare la politica di sviluppo del Sud per i prossimi tre anni", ha dichiarato Giorgia Meloni a margine della riunione presieduta da Raffaele Fitto, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr.

Presenti all'incontro anche i ministri competenti, i rappresentanti delle Amministrazioni centrali, dell'Anci, Upi e i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno. "Lo sviluppo della Zes unica è una sfida per tutti, funziona e funzionerà se tutti gli attori coinvolti, Governo, Regioni, Enti locali, cittadini e imprese capiranno la portata di questa grande sfida", ha aggiunto Meloni.

In sostanza la Zona economica speciale è un'area nella quale le aziende possono beneficiare di speciali condizioni, più vantaggiose, al fine di favorire investimenti e attività di sviluppo d'impresa. La Zes unica comprenderà otto Regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e supera il modello precedente, con otto diverse Zes e ognuna organizzata in maniera autonomia.

La Zes unica "sostituisce le precedenti otto Zes limitate alle aree retroportuali che non hanno funzionato come avrebbero dovuto e, grazie ad un serio confronto con la Commissione europea, estende i benefici della zona economica speciale all'intero territorio di tutte le Regioni del nostro Mezzogiorno", ha spiegato Meloni. "Tutti i territori del Sud potranno in questo modo godere delle stesse opportunità di crescita e sviluppo: semplificazioni amministrative, benefici fiscali e un quadro coordinato di interventi e investimenti", ha aggiunto.

È un provvedimento, ha sottolineato la premier, "nel quale personalmente credo molto e al quale il Governo crede molto, perché il suo obiettivo è quello di garantire al Mezzogiorno la possibilità di competere ad armi pari. È parte di un modello di sviluppo fondato sulla competitività, sugli investimenti, sulla libertà di impresa e sulla valorizzazione del capitale umano".

Qualche settimana fa la Commissione europea aveva dato il via libera alla proposta del governo dopo l'ok della commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager. Secondo la premier si tratta di "un modello molto diverso alle logiche assistenzialistiche che abbiamo visto in passato, e che hanno impedito al Sud di dimostrare appieno il suo valore. Perché il Mezzogiorno ha straordinarie ricchezze e potenzialità, che finora non sono state espresse appieno", ha detto. "Penso alla sua eccezionale posizione geografica, che lo rende una piattaforma naturale al centro del Mediterraneo, ma anche a ciò che rende il Sud famoso nel mondo, in termini di storia, cultura, bellezza, talenti e produzioni di eccellenza".

La Zes unica, come si legge in una sintesi diffusa da Palazzo Chigi, sarà la più grande d'Europa, con una popolazione di quasi 20 milioni di abitanti, un Pil complessivo di oltre 430 miliardi di euro, 6,3 milioni di occupati, 1,3 milioni di imprese e 68 miliardi di euro di merci esportate. "Supererà il primato della Polonia, che pure costituisce una buona pratica a livello internazionale", ha commentato la premier

"Noi abbiamo guardato al Mediterraneo, al nuovo quadro geopolitico, alle grandi trasformazioni in corso nei mercati energetici e da qui abbiamo disegnato la strategia di sviluppo della Zes unica. È un quadro nel quale il Mezzogiorno ha tutte le carte in regole per contribuire all'autonomia strategica dell'Italia dell'Europa", ha proseguito. "E in questo senso la Zes unica è un mattone in più che noi mettiamo per costruire quel nuovo modello di cooperazione, sviluppo e partenariato con l'Africa che è alla base del Piano Mattei, che il Parlamento sta discutendo in queste ore e che identifica l'Italia come ponte tra il continente africano e l'Europa".

Nelle intenzioni del governo, l'obiettivo è quello di "rendere il Sud un luogo dove sia conveniente investire". Anche il ministro degli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto ha concordato attorno alla volontà di "invertire il paradigma che abbiamo conosciuto. Il Mezzogiorno ha delle grosse potenzialità". Il piano della Zes unica "rientra in una strategia generale che e' stata messa in campo dal governo e che prevede un coordinamento tra i diversi fondi di intervento, una strategia per il sud Italia raccordata anche alle altre grandi scelte strategiche del governo", ha precisato.

Nel corso della conferenza stampa, il ministro ha poi elencato le 9 filiere individuate e che necessitano di essere rafforzate: agroindustria, turismo, elettronica, automotive, made in Italy, chimica e farmaceutica, navale e canteristica, aerospazio e ferroviario."Con questo provvedimento abbiamo messo in campo un aumento della quota dell'investimento massimo fino a 200 milioni di euro", ha detto.

In merito al meccanismo di prenotazione del credito d'imposta della Zes unica, Fitto ha spiegato di non condividere "il provvedimento che è stato approvato dall'Agenzia delle entrate, tra l'altro con un termine ordinatorio di 10 giorni". Con tale provvedimento l'Agenzia aveva fissato al 17,6668% la percentuale da applicare per determinare l'ammontare del credito di imposta Zes spettante alle imprese che ne hanno fatto domanda per gli investimenti effettuati.  Un valore inferiore a quello previsto dalla norma, che riconosce alle imprese che investono nella Zes Unica fino al 60% del costo sostenuto.

Il provvedimento aveva scatenato l'ira del ministro. "Il 17 luglio ho scritto proprio per quello al direttore esprimendo il mio disappunto e la mia non condivisione. Vogliamo capire bene, e avremmo voluto farlo prima", ha spiegato per poi ribadire che lo strumento fondamentale della Zes è "l'autorizzazione unica. Non c'è nessun nesso tra la struttura della Zes e il credito d'imposta. Mettere insieme le due cose non ha alcuna logica. Parlare di ‘Fallimento della Zes' è lunare, mi lascia basito. La Zes fa una cosa diversa dal credito d'imposta", ha osservato.

"Noi ci poniamo come obiettivo l'attrazione del grande investimento strategico", ha aggiunto. Secondo la struttura di missione, sarebbero centinaia le centinaia di richieste contro le 16 mila domande sul credito d'imposta. "L'ammontare dell'agevolazione del credito d'imposta potrà essere definito solo una volta fatta chiarezza su quanti saranno gli investimenti effettivi", ha concluso.

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