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Prescrizione, cosa prevede la riforma di Bonafede approvata ieri dal governo

Nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, si legge che il governo, su proposta del ministro Alfonso Bonafede, “ha approvato un disegno di legge che prevede deleghe al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d’appello”. In altre parole, vediamo cosa è previsto nel ddl sul processo penale e sulla prescrizione che ha ricevuto ieri il via libera dal Consiglio dei ministri.
A cura di Annalisa Girardi
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Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl sulla riforma del processo penale, in cui è stato inserito il discusso lodo Conte bis sulla prescrizione. Questo prende il nome dal deputato di Liberi e Uguali Federico Conte, e ha permesso di raggiungere un accordo tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. Il lodo Conte bis prevede che la prescrizione venga bloccata in caso di condanna dopo una sentenza di primo grado. Nell'eventualità che in secondo grado ci sia l'assoluzione, i tempi della prescrizione potranno essere recuperati. Tuttavia, se si dovessero verificare due condanne, in primo grado e in appello, questa verrebbe definitivamente bloccata. Nessuna intesa, però, con Italia Viva: le ministre del partito di Matteo Renzi, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, infatti non hanno partecipato al Cdm. Secondo l'ex presidente del Consiglio, infatti, la riforma sulla prescrizione sarebbe incostituzionale.

"Il lodo Conte viola almeno tre principi costituzionali ed è una norma fatta non per risolvere i problemi dei cittadini ma per mediare tra esigenze della maggioranza. Si prenda del tempo si chiamino gli esperti e non gli ex dj a scrivere le norme e si abbia il coraggio di dire una volta per tutte che questo paese deve uscire dalla deriva giustizialista", ha dichiarato Renzi sulla riforma scritta dal ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede. Ma vediamo nel dettaglio che cosa è stato approvato ieri in sede di Cdm.

La riforma del processo penale approvata in Cdm

Nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, si legge che il Consiglio dei ministri, su proposta di Bonafede, "ha approvato un disegno di legge che prevede deleghe al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d’appello". Gli elementi più significativi della riforma, si legge, sono diversi: in primo luogo si prevede che tutte le notifiche successive alla prima, la quale è sempre effettuata all'imputato, vengano trasmesse anche al difensore per via telematica. Le indagini preliminari inoltre devono avere un tetto massimo temporale fissato a sei mesi per reati meno gravi, a un anno per quelli ordinari e a 18 mesi per quelli particolarmente gravi o complessi: "La durata sarà prorogabile una sola volta, di sei mesi, su istanza del pm, con provvedimento del giudice per le indagini preliminari".

Una volta scaduto il termine massimo di durata delle indagini preliminari, entro 3, 6 o 12 mesi a seconda del reato, il pm è tenuto a richiedere l'archiviazione o esercitare l'azione penale. Nel testo sono inoltre previste delle norme "volte a ridurre il numero di processi che giungono alla fase dibattimentale, con criteri più stringenti in relazione alla regola di giudizio a cui il pubblico ministero e il giudice dell’udienza preliminare devono attenersi per l’esercizio dell’azione penale o l’accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio". Secondo la riforma il procuratore dovrà indicare i criteri di priorità nell'azione penale, da concordare con il procuratore generale e il presidente del tribunale. Inoltre viene introdotta la valutazione del giudice in caso di retrodatazione dell'iscrizione dell'imputato al registro degli indagati "e la conseguente sanzione di inutilizzabilità degli atti di indagine effettuati a termini già scaduti".

Nel lodo Conte bis si prevede anche l'estensione della possibilità di patteggiamento a tutte le ipotesi di reato, a patto che la pena prevista sia inferiore agli otto anni (attualmente il limite è fissato a cinque): una modifica "riequilibrata da un ampliamento dell’elenco dei reati che escludono a priori il patteggiamento". Sono quindi contenute delle norme che incentivano il ricorso al giudizio abbreviato condizionato.

Le novità del lodo Conte bis

Non solo modifiche alle deleghe per la riforma del processo penale. "Il testo introduce ulteriori disposizioni finalizzate all’abbattimento e alla velocizzazione dei procedimenti in corso presso le Corti d’appello, nonché norme in materia di sospensione della prescrizione", si legge. Queste si riferiscono in particolare alla necessità di velocizzare i processi in corso. Inoltre sono estese le competenze dei giudici onorari ausiliari, che ad oggi possono solo integrare il collegio del settore civile: con la riforma potranno anche esercitare la funzione nel settore penale. È previsto un aumento dell'organico dei giudici onorari ausiliari di 500 unità: questi passeranno quindi a essere dagli attuali 350 a 850.

Ci sono poi delle modifiche per quanto riguarda il personale amministrativo, per cui sono previste assunzioni (con contratto a tempo determinato di 24 mesi) per mille posti di lavoro. "Infine, in materia di prescrizione, si modifica il Codice penale in modo da prevedere che il corso della prescrizione rimanga sospeso dalla pronunzia della sentenza di condanna di primo grado fino alla data di esecutività della sentenza, e che la stessa riprenda il suo corso e i periodi di sospensione siano computati, quando la sentenza di appello proscioglie l'imputato o annulla la sentenza di condanna nella parte relativa all’accertamento della responsabilità o ne dichiara la nullità ai sensi dell'articolo 604, commi 1, 4 e 5-bis del codice di procedura penale", conclude il comunicato stampa.

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