Prendere lo stipendio anche senza lavorare: com’è andato l’esperimento sul reddito di base in Germania

Ricevere 1.200 euro al mese, per tre anni, a prescindere dai requisiti di reddito, dalla situazione lavorativa e da tutto il resto. È l'esperimento portato avanti in Germania, con 122 persone, da un'organizzazione no profit. Il risultato è stato che non solo le persone coinvolte non hanno smesso di lavorare, al contrario: in alcuni casi si sono dedicati alle carriere per cui si sentivano più portati, o hanno ripreso a studiare per poter ottenere lavori migliori.
L'organizzazione, chiamata proprio Mein Grundeinkommen, cioè "Il mio reddito di base", era interessato a scoprire se uno dei ‘timori' più collegati al reddito universale è vero. E cioè se, di fronte a un pagamento mensile garantito, le persone smetterebbero di lavorare del tutto. Non è andata così per i soggetti dell'esperimento: in confronto a un altro gruppo simile, che però non riceveva il reddito di base, hanno continuato a lavorare un numero di ore molto simile – circa 40 a settimana, un tempo pieno.
Il reddito di base universale, o reddito garantito, è un tema di cui si discute da tempo, non solo in Europa ma in diverse parti del mondo. L'idea è semplice: garantire a tutti, a prescindere dalle loro entrate e dalla loro situazione personale, un'entrata fissa. Un sostegno che andrebbe a sommarsi alle altre forme di assistenza sociale, e che permetterebbe a chi è in difficoltà – perché ha un lavoro poco remunerativo, o perché è disoccupato, o per molti altri motivi – di avere una rete di sicurezza certa. E, per chi non si trova necessariamente in una situazione specifica difficoltà, sarebbe l'occasione per cercare un nuovo lavoro più stimolante, studiare o formarsi per altri, o anche dedicare più tempo alla famiglia o perseguire attività creative non strettamente legate al lavoro.
L'esperimento in Germania si è svolto dal giugno 2021 al maggio 2024. Le 122 persone scelte avevano tra i 21 e i 40 anni, e guadagnavano già tra i 1.100 e i 2.600 euro al mese. Non avevano paletti su come usare i soldi del reddito di base, ma ogni sei mesi dovevano compilare un questionario per descrivere (tra le altre cose) la situazione lavorativa in cui si trovavano. I dati sono stati confrontati con un gruppo ‘di controllo', con le stesse caratteristiche, che non riceveva i 1.200 euro al mese.
La percentuale di occupati è rimasta sostanzialmente identica, così come il numero di ore lavorate a settimana. Una differenza è che molte più persone, tra chi prendeva il reddito di base, hanno cambiato lavoro, soprattutto nel primo anno e mezzo da quando è iniziato l'esperimento. E, come è naturale, quello stesso gruppo dopo il primo anno e mezzo ha iniziato a dirsi, in media, molto più soddisfatto del proprio lavoro rispetto al gruppo ‘di controllo'.
Non solo: una percentuale più alta di chi aveva il reddito di base si è iscritto all'università. La soddisfazione riguardo alla propria vita, in generale, si è dimostrata più alta. La salute fisica e mentale, Le relazioni sociali, oltre naturalmente alle situazioni finanziarie (la possibilità di risparmiare, di andare in vacanza, di fare donazioni in beneficenza): in tutti questi campi i questionari hanno registrato più soddisfazione tra chi prendeva il reddito universale rispetto a chi non lo aveva. Senza contare che molti, soprattutto le donne, hanno detto di sentirsi più autonome.