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Premierato, Meloni difende la riforma costituzionale: “Italiani devono poter decidere chi governa”

La presidente del Consiglio difende dalle critiche la riforma costituzionale che serve a introdurre il premierato: “L’obiettivo è garantire il diritto degli italiani di decidere da chi farsi governare”, dice Meloni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sul premierato, Giorgia Meloni ribalta le critiche. A temere la riforma non è chi vuole proteggere il diritto di voto degli italiani, ma chi vuole che non conti nulla. Dopo l'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei ministri, l'iter della riforma costituzionale è ufficialmente cominciato. Dalle opposizioni è già arrivata una pioggia di critiche, mentre diversi costituzionalisti si sono detti perplessi nel merito della revisione della Carta. "Ogni critica e ogni preoccupazione sono pienamente legittime, ma la riforma costituzionale che abbiamo varato in Consiglio dei ministri non tocca la figura di garanzia del Presidente della Repubblica e non costruisce un sistema nel quale il presidente del Consiglio è ostaggio della sua maggioranza – dice Meloni in un'intervista al Messaggero – È esattamente il contrario".

"Gli obiettivi di questa riforma sono garantire il diritto degli italiani di decidere da chi farsi governare e fare in modo che chi venga scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura – continua la presidente del Consiglio – Se c’è qualcuno che deve essere preoccupato da questo cambiamento è solo chi vorrebbe far contare sempre meno gli italiani e fare calare sulla loro testa governi non scelti da nessuno". Sull'ipotesi di modifiche da parte delle Camere, Meloni non ha dubbi: "Il Parlamento è sovrano. Abbiamo sottoposto un’ipotesi di riforma che rispetta la sensibilità diffusa delle forze politiche e degli italiani, ma se poi le Camere decideranno di apportare modifiche che reputa migliorative ne prenderemo atto".

Meloni, però, non teme il referendum costituzionale, nonostante il governo lavorerà per avere il più ampio consenso possibile e puntare alla maggioranza dei due terzi. "Se non ci riusciremo, saranno gli italiani a esprimersi con il referendum – conclude la presidente del Consiglio – Noi ci limiteremo a spiegare come, secondo noi, questa riforma possa essere in grado di migliorare il futuro della Nazione. Gli italiani decideranno cosa sia meglio e se andrà fatta o meno".

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