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Premierato approvato in Consiglio dei ministri, comincia il percorso della riforma costituzionale

Il governo ha appena approvato, in Consiglio dei ministri, il disegno di legge sulla riforma costituzionale per introdurre il premierato: ora il testo passa in Parlamento per cominciare il suo percorso di discussione.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il primo passo sul premierato, il governo Meloni l'ha fatto. Ora comincia la parte difficile, ovvero il lungo iter parlamentare che dovrà affrontare il testo nei prossimi mesi. Il disegno di legge portato in Consiglio dei ministri dalla titolare delle Riforme, Maria Elisabetta Casellati, è stato approvato rapidamente e all'unanimità dal governo. L'ultima versione della riforma costituzionale, prevede che alle elezioni si possa votare direttamente per il presidente del Consiglio – da qui premierato – con un sistema maggioritario e un premio di maggioranza tale da portare al 55% i seggi assegnati ai candidati a sostegno del vincitore. In sostanza, questa misura serve a garantire al presidente del Consiglio di avere la maggioranza in Parlamento.

Il Presidente della Repubblica, inoltre, non avrebbe più il ruolo di nominare il premier, ma di conferire l'incarico al candidato eletto dai cittadini. Discorso diverso per i ministri, che verrebbero comunque nominati dal capo dello Stato su indicazione del presidente del Consiglio. Nel testo c'è anche lo stop alla nomina di senatori a vita e la norma anti-ribaltone, che prevede che – nel caso di sfiducia o di caduta del governo – il Presidente della Repubblica possa nominare premier un altro parlamentare, a patto che appartenga alla stessa maggioranza del dimissionario.

Trattandosi di una riforma costituzionale, che ha già diviso profondamente maggioranza e opposizione, l'iter di approvazione sarà probabilmente molto lungo. Servirà la procedura aggravata, ovvero un doppio passaggio tra Camera e Senato, ed è probabile che il testo venga modificato ancora a partire dalla base a cui ha lavorato a lungo Casellati. Trovare un compromesso più ampio può essere utile anche per il percorso di approvazione, come suggerito nei giorni scorsi dal presidente del Senato La Russa, evitando il referendum confermativo che rischia di cancellare la riforma dopo l'eventuale approvazione del Parlamento.

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