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Ponzellini, i prestiti concessi dalla Bpm e i dubbi degli inquirenti

I sostituti procuratori Roberto Pellicano e Mauro Clerici sospettano che il prestito di 148 milioni concesso dalla Bpm all’Atlantis-B Plus possa essere solo la punta dell’iceberg. E sotto la lente di ingrandimento finisce tutto il periodo della presidenza Ponzellini.
A cura di Alfonso Biondi
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I sostituti procuratori Roberto Pellicano e Mauro Clerici sospettano che il prestito di 148 milioni concesso dalla Bpm all'Atlantis-B Plus possa essere solo la punta dell'iceberg

I sostituti procuratori Roberto Pellicano e Mauro Clerici vogliono vederci chiaro sull'operato di Massimo Ponzellini, banchiere bolognese presidente della Banca popolare di Milano tra l'aprile 2009 e l'ottobre 2011, indagato per associazione a delinquere e ostacolo alla vigilanza. Per questo motivo hanno messo nel mirino non solo il mega prestito di 148 milioni di euro erogato dalla Bpm all'Atlantis-B Plus di Francesco Corallo, ma anche la gestione complessiva dei finanziamenti da parte della Bpm nel periodo in cui Ponzellini rivestiva il ruolo di Presidente. Gli investigatori hanno già acquisito da tempo i documenti relativi ai prestiti che la banca ha erogato in quel periodo.

La vicinanza di Ponzellini alla Lega nord- Chi siano i beneficiari dei prestiti di quel periodo non è ancora dato saperlo. Quello che però si sa è che negli ultimi tempi il banchiere bolognese era molto vicino alla Lega. Il Sole 24ore ricorda che nel gennaio dello scorso anno Umberto Bossi lo invitò alla "cena degli ossi"  a Calalzo di Cadore e, dopo il tradizionale banchetto, riferendosi a Ponzellini, disse ai cronisti: "‘L'ho scelto io quando c'era la nomina alla Bpm".

Un prestito incomprensibile- Gli inquirenti sospettano che il prestito all'Atlantis-B Plus di Francesco Corallo possa essere solamente una piccola parte di un sistema ben più ampio. Il finanziamento all'Atlantis-B plus, secondo quanto osservato da Pellicano e Clerici, sarebbe un'operazione incomprensibile ed anomala, "sia secondo i canoni di buona amministrazione sia, più gravemente, secondo le regole della disciplina in materia di riciclaggio". I sostituti procuratori non riescono neanche a spiegarsi il motivo per cui la Bpm decise di prestare alla società di Corallo quei 148 milioni di euro praticamente da sola, senza predisporre un intervento in pool con altri istituti bancari. E dire che il predecessore di Ponzellini, Roberto Marzotta, aveva posto il suo veto sull'operazione.

"Ponzellini si sarebbe esposto personalmente per il prestito"- L'inchiesta è nata a seguito di un rapporto della Banca d'Italia, arrivato sul tavolo della Procura di Milano lo scorso giugno: tale documento segnalava il prestito anomalo di 148 milioni di euro concessi dalla Banca popolare di Milano all'Atlantis- B plus,  un gruppo che opera nel settore del gioco d'azzardo e che fa capo a società off-shore delle Antille Olandesi riconducibili a Franceso Corallo, figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata. Per gli inquirenti, Ponzellini si sarebbe esposto personalmente affinché il prestito andasse a buon fine, nonostante le perplessità palesate dal Consiglio d'amministrazione della banca. I pm, in tal senso, avrebbero ravvisato "pressioni sugli organi deputati alla valutazione del finanziamento a dando istruzioni fuorvianti e omissive".

Il banchiere indagato per truffa in un'altra inchiesta- L'inchiesta del prestito all'Atlantis-B plus si intreccia con un'altra indagine nella quale Ponzellini è indagato per truffa. Tale indagine, condotta dai sostituti procuratori Pellicano e Pastore, riguarda l'emissione di un prestito convertendo per ripagare i 500 milioni di Tremonti bond che la Bpm aveva sottoscritto nel marzo 2009. L'anno dopo la Bpm versò nelle casse dell'agenzia delle entrate 186 milioni di euro più interessi, a seguito del patteggiamento per chiudere un contenzioso relativo a operazioni strutturate, giudicate elusione fiscale.

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