Ponte sullo Stretto, quando iniziano gli espropri e perché i ricorsi dei residenti possono bloccare l’opera
Mercoledì la società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del Ponte sullo Stretto, ha pubblicato un avviso per avviare la fase degli espropri per la realizzazione dell'opera. "Questa fase intermedia, legata alla pubblicazione dell'avviso – ha spiegato la società – consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al piano espropri e formulare eventuali osservazioni. In tale contesto la società Stretto di Messina aprirà Sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni, in spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni, per fornire il supporto necessario per l'analisi della documentazione".
Il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini ne ha parlato durante il question time alla Camera, spiegando che "è stato avviato il procedimento relativo agli espropri nella zona del Ponte sullo Stretto, attraverso il quale tutti gli interessati potranno prendere visione della documentazione e formulare eventuali osservazioni. La società Stretto di Messina ha aperto sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni e a partire dall'8 aprile fornirà assistenza a tutti i cittadini, mentre l'apertura dei lavori è prevista per il 16 aprile alle 11", ha detto Salvini.
Le parole dei residenti dopo la notizia degli espropri
Per poter avviare il cantiere sono necessarie opere come bonifica dei territori, le indagini archeologiche e la predisposizione della base cantieristica, lavori che devono essere preceduti proprio dall'esproprio delle case. Le famiglie che dovranno lasciare le proprie abitazioni sono circa 450, 300 in Sicilia e 150 in Calabria, per un totale di 3,7 milioni di metri quadrati da liberare.
Anche se sono previsti naturalmente indennizzi e assistenza per i proprietari, dopo la pubblicazione della lista lista completa delle case da demolire e delle aree da sgomberare per dare il via al cantiere, in attesa dell’approvazione definitiva, sono subito iniziate le proteste. "La mia casa ricade in zona cantiere a Torre Faro, è la casa dei miei nonni, la mia famiglia vive lì da almeno 100 anni, lo definisco il luogo dell'anima per gli affetti che racchiude, non ha solo valore materiale ma anche affettivo, valori che vengono calpestati completamente", dice all'Agi Giovanni Pizzimenti, 78 anni, uno dei cittadini la cui casa ricade tra quelle oggetto di esproprio per la costruzione del ponte. "Non penso a un'alternativa a quella casa e non vogliamo arrenderci – continua – perché per me quello è il posto dove vivere, dove abitavano i miei genitori, dove vive la mia famiglia".
Cosa devono fare i proprietari delle case interessate dagli espropri
L'esproprio è un istituto previsto dalla legge, che è normalmente utilizzato per realizzare infrastrutture di interesse pubblico. Ma gli espropri veri e propri per il Ponte sullo Stretto non sono ancora partiti. Mancano alcuni passaggi obbligati, senza i quali gli espropri previsti rimarranno sulla carta. Funziona così: per 60 giorni, a partire dal prossimo 8 aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative per l'infrastruttura, potranno rivolgersi per l'assistenza con personale tecnico, dopo aver preso un appuntamento telefonico, e fare le proprie osservazioni.
Ma allo scadere dei due mesi gli espropri non scatteranno immediatamente. Prima di tutto serve la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera, che è propedeutica agli espropri, e che limita le possibilità di utilizzo di quell'area. È l'articolo 42 comma 3 della Costituzione a dire che "la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale". Nel caso in cui l'opera dovesse essere ritenuta di interesse pubblico, allora gli espropri di case e terreni che ricadono attualmente nelle aree in cui sono previsti i cantieri saranno inevitabili.
Prima di passare agli espropri però è necessaria l'approvazione del progetto definitivo: prima serve l'apertura della Conferenza dei Servizi, che come ha detto Salvini è convocata per il 16 aprile; parallelamente occorre anche la Valutazione d'Impatto Ambientale; e infine il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, dovrà approvare il progetto, che solo a quel punto potrà essere dichiarato di pubblica utilità. Tecnicamente però gli espropri non potranno cominciare prima della preparazione e dell'approvazione del progetto esecutivo, che dovrà recepire anche le 68 prescrizioni ed osservazioni che il comitato tecnico scientifico ha espresso sul progetto definitivo aggiornato.
Perché l'avvio della procedura degli espropri aumenta il rischio di ricorsi
"Hanno velocizzato le procedure, stanno cercando di correre probabilmente perché sperano di poter fare un inizio formale dei lavori a ridosso delle europee. Ma in ogni caso l'inizio dei lavori è molto lontano: devono prima approvare il progetto esecutivo, e verificare l'effettiva esistenza dei fondi. Passeranno altri due o tre anni", ha spiegato a Fanpage.it il professor Domenico Marino, docente di Politica economica ed Economia dell'innovazione all'Università Mediterranea di Reggio Calabria, co-autore del dossier di Kyoto Club, Lipu e WWF ‘Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte'.
"Ma paradossalmente la procedura dell'esproprio è immediatamente impattante, anche se non si può ancora parlare di espropri propriamente detti. Al momento hanno solo pubblicato le aree sul territorio che potenzialmente saranno soggette agli espropri in futuro, per vincolarle. Solo dopo che il Cipess approverà il progetto potrà partire la vera e propria procedura degli espropri. Il via libera da parte del Cipess, secondo il loro programma, dovrebbe arrivare tra giugno e luglio. Ma su questo ci sono molte incognite, perché la procedura amministrativa che hanno seguito non è lineare, anzi è molto complessa e si presta a ricorsi, che possono bloccarla", ha aggiunto il professore.
Nella stima dei tempi per la realizzazione dell'opera insomma non vanno sottovalutati i ricorsi da parte di cittadini e associazioni, che possono opporsi all'avvio dell'iter di esproprio al tribunale amministrativo regionale (TAR) per contestare la decisione o la legittimità delle procedure seguite dallo Stato. Ad esempio potrebbero contestare il fatto che l'aggiornamento del progetto definitivo è stato fatto da un soggetto che non aveva titolo a farlo, cioè il consorzio Eurolink, che è attualmente in contenzioso con lo Stato italiano. Un altro punto debole della procedura è la Valutazione d'Impatto Ambientale, che anche in caso di parere positivo potrebbe essere impugnata.
"Il punto è che hanno voluto a tutti i costi avviare la procedura degli espropri – che si sarebbe potuta rimandare – danneggiando così circa 500 famiglie e oltre un migliaio di persone, perché in ogni caso questi proprietari, semplicemente con la pubblicazione del piano degli espropri, si sono visti azzerare il valore della loro casa. Senza contare il fatto che hanno un'incertezza sul futuro, un danno esistenziale. Qual era la necessità di fare un piano di espropri prima della regolare conclusione di tutta la procedura dell'opera? Si sarebbe potuto attendere tranquillamente l'approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess. Questo non farà altro che creare altre cause e contenziosi che potranno bloccare il progetto, paradossalmente questa mossa è stata un'arma a doppio taglio: pensavano di velocizzare la procedura, ma hanno creato i presupposti per degli stop futuri", ha detto Marino a Fanpage.it.
A chi possono rivolgersi i residenti interessati dagli espropri
I cittadini che risiedono nelle aree interessate dagli espropri, che necessitano di assistenza, dovranno prenotare un appuntamento ai numeri: 06.85826210 – 06.85826230 – 06.85826270, ai seguenti "Sportelli informativi": – Messina presso il Palacultura Sala Rappazzo (piano terra) sito in Viale Boccetta 373, lunedì dalle 15.00 alle 17.00; martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 ad esclusione dei giorni festivi. – Villa San Giovanni presso la ex sede della Pretura sita in via Nazionale Bolano 541, giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, venerdì dalle 9.00 alle 13.00, ad esclusione dei giorni festivi.