Ponte sullo Stretto: Il Governo concede proroga di 2 anni in cerca di risorse
Ormai sembra diventata una saga infinta quella del Ponte sullo stretto di Messina che dovrebbe collegare la Sicilia alla terraferma. Chi pensava che con il Governo tecnico l'idea tanto cara all'ex Premier Silvio Berlusconi venisse abbandonata del tutto potrebbe rimanere deluso. Dopo aver annunciato lo stop nella legge di stabilità appena poche settimane fa, il Consiglio dei Ministri numero 52 del Governo Monti ha approvato invece eri sera una nuova proroga di due anni al progetto per verificarne la fattibilità tecnica ed economica. In ballo infatti ci sono milioni di euro di penale che lo Stato dovrebbe pagare alle imprese appaltatrici in caso di addio definitivo al progetto, già fermo da un anno. Insomma l'obiettivo del governo come spiegano da Palazzo Chigi è evitare un nuovo esborso di danaro pubblico "vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale".
Il Problema delle penali – Le soluzioni per il Ponte sullo stretto per il Governo rimangono due, una è insistere sulla fattibilità dell'opera e chiedere all'Unione europea di includere il progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei beneficiando dei relativi finanziamenti previsti. L'altra, nel caso che nei prossimi due anni non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, è quella della "revoca dell'efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%". Insomma un escamotage per non pagare troppe penali ma che dovrà essere accettata "dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente". Non si esclude però che nel frattempo opere infrastrutturali di contorno al progetto del Ponte sullo stretto già cantierabili possano essere realizzate, ovviamente a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale e siano approvati dal Cipe.
Tutto rimandato ala prossima legislatura – Resta il fatto che la proroga di due anni scarica la responsabilità sul prossimo Governo rimandando a data da destinarsi l'annoso problema del Ponte sullo stretto. Per il momento nessuno scioglimento per la Società stretto di Messina, dunque, impegnata in un piano di lavoro che intanto dal 1981, anno dalla fondazione della società proposta alla realizzazione della grande opera, senza neanche l'approvazione definitiva del progetto è costato a noi italiani quasi 300 milioni di euro, e con il costo finale dell'opera lievitato dai 6,3 miliardi iniziali agli 8,5 miliardi di oggi.