Ponte sullo Stretto divide i 5S: c’è chi apre all’opera, in passato la definivano “una vergogna”
Il Ponte sullo Stretto torna a essere al centro del dibattito politico, nonostante l'opera non sia rientrata nel Recovery plan. Si tratta di un tema che il Movimento Cinque Stelle ha sempre cavalcato, fin dall'ottobre del 2012, quando Beppe Grillo attraversava a nuoto il braccio di mare che separa la Sicilia dalla Calabria, dichiarandosi contrario alla realizzazione dell'opera. Obiettivo dell'impresa sportiva non era infatti solo quello di aprire la campagna elettorale del M5S – poche settimane dopo si sarebbe votato per la presidenza e l'Assemblea regionale siciliana – ma era anche un modo per ribadire l'inutilità di un collegamento tra la Sicilia e il resto d'Italia, una distanza di soli tre chilometri, percorribili senza grossi problemi anche da un nuotatore non professionista di 64 anni. Da allora però la posizione del M5s sembra essersi ammorbidita, tanto che adesso, almeno una parte dei pentastellati, mostra un'apertura e ragiona sull'eventualità di appoggiare il progetto.
L'obiettivo dell'impresa di Grillo come si è detto era quello di sostenere il candidato governatore dei pentastellati, Giancarlo Cancelleri, oggi viceministro al Mit. Lo stesso che ieri ha dichiarato: "Oggi pomeriggio ho sentito Conte: ci siamo confrontati e siamo arrivati alla conclusione che sarebbe bene costituire una Commissione del M5s per approfondire il progetto", mettendo da parte le posizioni ideologiche.
"Da siciliani chiediamo il rispetto da parte del Movimento nazionale. Non ci sono divisioni su questo: il no al Ponte ad una campata, di berlusconiana memoria resta, ma bisogna affrontare un progetto per il Sud". E ancora: "Nelle prossime settimane avvierò gli stati generali delle infrastrutture siciliane: voglio sentire la politica siciliana, le associazioni di categoria, gli imprenditori, i sindaci".
Cancelleri però era lo stesso che poco meno di un anno fa tuonava: "Ci sono altre priorità. Bisogna concentrarsi sulle opere per cui possono subito partire i cantieri. Lo ripeto: tornare a parlare di Ponte rischia di diventare l’ennesima beffa per il Sud e per l'Italia intera". Cancelleri insomma sembra aver cambiato il suo punto di vista. Ma non è l'unico voltafaccia. Non più tardi della scorsa estate, in pieno agosto, l'allora presidente del Consiglio Conte lanciava l'idea di un "tunnel sottomarino". Secondo l'ex premier, oggi alla guida del neo-Movimento, le condizioni per il ponte non c'erano. Piuttosto bisognava preoccuparsi dei collegamenti interni, in primis dell'alta velocità per il Sud: "Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria. Un ponte anche sottomarino". Una proposta che difficilmente vedrà la luce: secondo i tecnici della commissione istituita proprio durante il suo governo al ministero dei Trasporti, incaricati di redigere una relazione, l'idea del tunnel sott'acqua non è realizzabile.
La maggior parte dei deputati pentastellati del Sud vede l'infrastruttura come fumo negli occhi. Tanto che ieri all'assemblea dei gruppi Cinque Stelle, dopo che la relazione sul Ponte di Messina è stata consegnata al Parlamento, molti esponenti pentastellati hanno preso le distanze da Cancelleri, sottolineando che le dichiarazioni che ha fatto alla stampa non restituiscono il pensiero di tutto il Movimento, ma sono state pronunciate a titolo personale. Per il M5s nel complesso insomma l'opera rimane inutile: troppe le carenze infrastrutturali che si riscontrano in Sicilia e in Calabria, che andrebbero affrontate in via prioritaria. L'ex ministra Giulia Grillo ha anche minacciato di togliere la fiducia al governo, se si dovesse davvero accelerare sulla realizzazione del ponte. Secondo il presidente della Commissione Trasporti del Senato Mauro Coltorti, professore ordinario di geomorfologia, sarebbe un errore costruire un'opera del genere in una zona franosa, tra le più critiche d'Italia, tra l'altro ad alto rischio sismico. Per il collega Ruggiero Quarto, geologo, è prematuro parlare oggi di Ponte sullo Stretto, senza conoscere approfonditamente il sito.
Giovanni Di Caro, capogruppo del M5S all'Ars, a nome dei 15 deputati del gruppo 5stelle di Palazzo dei Normanni, propone un referendum, per consultare i cittadini siciliani e calabresi sull'infrastruttura, "ma solo dopo che sul Ponte si avranno a disposizione i principali elementi per potersi esprimere, ossia un progetto di massima, ovviamente non esecutivo o cantierabile, per cui ci vorrebbero anni".
Durissimo l'ex deputato M5s Alessandro Di Battista: "È nauseante il fatto che ormai si parli più del Ponte sullo Stretto che del Ponte Morandi il cui crollo è costato la vita a 43 persone. Oltretutto sono passati quasi 3 anni dalla Strage di Genova e ‘politicamente' nessuno ha pagato. Al governo ci sono partiti finanziati in passato dal gruppo Benetton e Draghi era Direttore del Tesoro quando gli vennero generosamente assegnate le concessioni autostradali. Le forze politiche (ahimè tutte quante) trattano argomenti cari all'establishment ma ormai hanno smesso di prender posizione su quel che potrebbe far male ai veri padroni dell'Italia".
L'Associazione Rousseau non perde occasione per assestare un altro colpo neo-Movimento, con la rubrica "Blog History", sul Blog delle Stelle, che dichiara ironicamente di voler combattere il fenomeno della cosiddetta "amnesia selettiva politica": "Oggi vi proponiamo un articolo riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina, pubblicato il 28 settembre 2016", scrive l'associazione, che rilancia un articolo in cui Beppe Grillo attaccava Matteo Renzi, che inizia così: "La dichiarazione del Menomato Morale (d’ora in poi ci si riferià a lui come MM) a favore del ponte sullo stretto è un manifesto politico. È il trionfo del nulla politico che i partiti hanno da offrire in un Paese che ha il record di disoccupazione, soffocato dal debito, con dieci milioni di poveri, che ha perso il 22% della produzione industriale dall’inizio della crisi".