video suggerito
video suggerito

Ponte Morandi, Mattarella critica la legge per i parenti delle vittime: “Discrimina le unioni civili”

Il presidente della Repubblica ha promulgato la legge che prevede risarcimenti per le famiglie delle vittime del crollo del Ponte Morandi e altri futuri cedimenti delle infrastrutture. Ma ha anche inviato una lettera a Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato per sottolineare che ci sono dei punti che sembrano incostituzionali, come le discriminazioni per figli di coppie conviventi e unioni civili.
A cura di Luca Pons
14 CONDIVISIONI
Fonte: Quirinale
Fonte: Quirinale

È stata promulgata la legge che prevede "benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale", ovvero risarcimenti e altri aiuti per le famiglie di chi è coinvolto in questo tipo di eventi – di cui l'esempio più noto in anni recenti è il crollo del Ponte Morandi nel 2018. A mettere la firma decisiva è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che però ha indicato anche alcuni problemi con la legge. In particolare, ci sono dei passaggi che sembrano incostituzionali perché rischiano di creare discriminazioni. Il capo dello Stato ha spiegato i suoi dubbi in una lettera a Giorgia Meloni, al presidente del Senato Ignazio La Russa e a quello della Camera Lorenzo Fontana, chiedendo che governo e Parlamento pensino a "interventi integrativi e correttivi".

Il presidente Mattarella ha spiegato di aver apprezzato la "significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici" da parte del Parlamento, che ha approvato la legge all'unanimità. Ma poi ha elencato una serie di problemi all'interno del testo, che "non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione".

Per prima cosa, come il nome stesso della legge indica, i benefici vanno solo alle "vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale". Non solo non è chiaro legalmente quali siano le infrastrutture "di rilievo nazionale", ma in questo modo si escludono le persone che sono coinvolte, ad esempio, nel crollo di una strada comunale.

E in più, perché dovrebbe esistere un risarcimento per le vittime di crolli stradali, ma non per quelle che muoiono nei cedimenti di altre infrastrutture pubbliche, come una scuola o un ospedale? "Abbiamo purtroppo registrato, in passato, vittime causate da eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole, primo fra tutti il caso del crollo di una scuola elementare con la morte di tanti bambini presenti nelle aule con i loro maestri. Non si comprende pertanto perché non venga preso in considerazione ogni altro malaugurato evento analogo".

Entrando più nello specifico, ci sono poi parti della norma che sembrano essere discriminatorie per le coppie che non sono sposate, ma sono conviventi oppure unite civilmente. In sostanza, c'è il rischio che il risarcimento per le famiglie delle vittime possa andare ai figli solamente se i genitori sono sposati. Infatti il testo dice che gli aiuti vanno a "i figli, in mancanza del coniuge superstite". Ma al di fuori del matrimonio non si parla legalmente di "coniuge". Il presidente Mattarella ha sottolineato che il testo "va necessariamente interpretato nel senso che beneficiari dell’elargizione devono intendersi tutti i figli di ciascuna vittima", anche quelli "da rapporti di convivenza o di unioni civili". Altrimenti, ci sarebbe "un’inaccettabile discriminazione tra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori".

In più la legge prevede un ordine di priorità tra i familiari a cui va erogato il beneficio. Al primo posto c'è il coniuge, al secondo i figli, e solo al terzo la persona stabilmente convivente o l’altra parte dell’unione civile. Anche questo è discriminatorio. La Corte costituzionale ha già chiarito in più occasioni che le persone in unione civile o in convivenza stabile devono avere le stesse "prerogative patrimoniali e partecipative" di quelle sposate. Invece un altro articolo mette i conviventi (ma non le unioni civili) al pari degli sposati solo nei casi in cui si sono dei figli minorenni nati dalla relazione.

Infine, c'è una questione economica. La legge stabilisce dei fondi per i risarcimenti: 7,1 milioni di euro nel 2025 e 1,6 milioni di euro all'anno dal 2026 in poi. Ma cosa succede se si raggiunge questo tetto? Le persone colpite da tragedie non avranno più diritto ai benefici perché i soldi si sono esauriti? Anche da questo punto di vista, scatta il rischio che ci siano delle discriminazioni.

14 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views