Ponte Morandi, le scuse di Casalino: “Nessuna volontà di offendere le vittime di Genova”
Dopo la pubblicazione dell’audio inviato ad alcuni giornalisti a tre giorni dal crollo del Ponte Morandi di Genova, il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Rocco Casalino, si scusa e passa al contrattacco. Casalino è finito nuovamente al centro della polemica – dopo il caso del suo mega-stipendio e l’audio con le minacce ai tecnici del ministero dell’Economia – per un messaggio vocale inviato a una decina di cronisti e pubblicato oggi dal Giornale. Il messaggio risale al 17 agosto: il 14 era crollato il ponte di Genova, causando la morte di 43 persone. E il giorno successivo si sarebbero tenuti i funerali di Stato per alcune delle vittime. Nel messaggio inviato ai giornalisti Casalino chiedeva di essere lasciato in pace e aggiungeva: “Non mi stressate la vita. Io pure ho diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto”.
Casalino si è scusato per questa frase, spiegando di non voler offendere le vittime di Genova. “Sento di dover chiedere scusa per l'effetto prodotto da un mio audio privato finito sui giornali. Nelle mie parole non c'è mai stata la volontà di offendere le vittime di Genova. Offende, invece, l'uso strumentale che alcuni giornali stanno facendo di questa tragedia”, sostiene attaccando la stampa e chi ha deciso di diffondere quel messaggio che doveva essere, secondo chi l’ha inviato, privato.
L’audio di Casalino
Il messaggio di Casalino è stato pubblicato questa mattina sul Giornale ed è risalente al 17 agosto. “Basta, non mi stressate la vita – afferma il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte –. Io pure ho ridotto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco e Santo Cristo. Mi chiamate come i pazzi, cioè, datevi una calmata, cioè”. E poi Casalino fornisce indicazioni ai cronisti su come comportarsi in futuro: “Chiamate una volta, poi se mai mi mandate un messaggio e se ho qualcosa da dirvi ve la dico”. Dopo la diffusione dell’audio il Pd, attraverso esponenti come Matteo Renzi e Valeria Fedeli, ha chiesto le dimissioni del portavoce del presidente del Consiglio, lanciando su Twitter l’hashtag #RoccoVergogna.