Ponte Morandi, Di Maio: “Perizia mette i brividi, revocare subito concessione ad Autostrade”
Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, torna a chiedere l’immediata revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Il capo politico del Movimento 5 Stelle dedica un post su Facebook alla perizia emersa ieri sulle condizioni del Ponte Morandi, crollato a Genova ad agosto del 2018. “Tante cose che mettono i brividi”, sottolinea Di Maio riferendosi a quanto scritto nella relazione. Tra gli aspetti che trova più significativi c’è la mancanza di interventi negli ultimi 25 anni. Per Di Maio, quindi, tutto ciò “è inaccettabile e bisogna avviare al più presto il procedimento di revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia”.
Il post di Luigi Di Maio inizia con un commento proprio sulla perizia: “Ieri è uscita la relazione dei tre periti chiamati a valutare le condizioni del ponte Morandi. Ci sono tante cose all’interno della perizia che mettono i brividi, ma una in particolare: la mancanza per 25 anni di interventi significativi di manutenzione, praticamente da quando la competenza ha smesso di essere dello Stato”.
Quanto emerso dalla perizia, secondo il vicepresidente del Consiglio, è “inaccettabile e bisogna avviare al più presto il procedimento di revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. Il nostro compito è anche quello di fare capire, a questi signori, che il governo adesso li controlla, per impedire che il profitto prevalga sul bene collettivo. Questo è il miglior modo per onorare le vittime della tragedia di Genova. E il governo unito su questo è la migliore risposta che possiamo dare alle loro famiglie”.
Di Maio fa riferimento a una parte della relazione, in particolare, che condivide attraverso una foto pubblicata insieme al post: “Molti fili completamente corrosi prima della rottura, un numero di cavi senza corrosione trascurabile. Parti del ponte fondamentali, soggette a importanti infiltrazioni d’acqua, che ne hanno ammalorato l’anima in metallo. E ancora: interventi di manutenzione significativi che però rimontano solo a 25 anni fa, cioè quando il Ponte Morandi era ancora gestito dallo Stato”.