Pompei, tornano a splendere gli affreschi della domus di Marco Lucrezio Frontone
Da oggi sono di nuovo visitabili 50mila metri quadri dell'area archeologica di Pompei. Assieme al piccolo Lupanare, alla casa di Obellio Firmo e alla villa di Marco Lucrezio Frontone, infatti, oggi tocca a un ultimo scavo di un ambiente totalmente nascosto dal terreno. Un'immensa area archeologica che riapre all'interno della più importante area archeologica del mondo, oltre alle Regio V e IX riaperte al termine del lavoro di completamento degli interventi di messa in sicurezza previsti dal Grande Progetto Pompei.
Nella Regio V sorge proprio la domus di Marco Lucrezio Frontone, dove sono conservate alcune delle pitture parietali più significative e di qualità artistica dell’antica Pompei. M. Lucretius Fronto, infatti, era il rampollo di una delle famiglie più note della città romana, giunta in età augustea. Anche questa domus era in corso di restauro al momento dell’eruzione del Vesuvio che, nel 79 dopo Cristo, distrusse Pompei, Ercolano e Stabiae. Al suo interno vi sono diversi affreschi con scene di paesaggio, di giardino e di animali.
Il proprietario era un politico pompeiano, la sua domus era una delle più belle della città, con stanze affrescate e pitture di grande qualità, che permettono di comprendere fino in fondo come venivano decorate le case di un ricco romano. In una delle stanze furono trovati gli scheletri di ben otto persone, tra cui cinque adulti e tre bambini che probabilmente furono schiacciati dal crollo del tetto durante l’eruzione. La domus di Marco Lucrezio Frontone era già stata aperta (visitabile solo per gruppi) a Pasqua con il ministro Dario Franceschini.
Dopo il record di presenze nel 2016 con oltre tre milioni di visitatori e il percorso per persone con disabilità, di oltre due chilometri nell'intera area, dunque, un altro importante tassello si aggiunge per il Grande Progetto Pompei.